mercoledì 27 maggio 2009

Provincia di Milano: Penati convince


L'altra sera è andato in onda, su una televisione locale milanese, una delle tante trasmissioni per le prossime elezioni del 6-7 giugno 2009.

In questo caso si trattava delle elezioni per la Provincia di Milano, dove i candidati principali sono due: Filippo Penati, presidente uscente, del centro-sinistra (Rifondazione e Comunisti italiani esclusi) e Guido Podestà, candidato di tutto il centro-destra (esclusa l'U.d.C.).

Ho seguito con particolare attenzione l'intervista, di più di un ora, a Filippo Penati, al quale sono state rivolte numerose domande. Anche scomode. Delle quali vorrei riportare alcune risposte.

Innanzitutto su Expo 2015, dove Penati, pur non volendo "infierire" sulle difficoltà nella costituzione della società che andrà a gestire l'evento, ha sottolineato la situazione di "empasse" a più di un anno dalla vittoria internazionale che ne ha assegnato a Milano l'organizzazione. Empasse dovuta a motivi strettamente "politici" o se vogliamo dirla più chiaramente, di poltrone e stipendi.

Il capitolo infrastrutture: Penati ha sottolineato come, nella durata del suo mandato, sono state approvate la costituzione di due importanti infrastrutture: la Pedemontana, che unirà Bergamo a Malpensa, e la Tangenziale Est Esterna (T.E.M.) che scorrerà parallela alla attuale e congestionata Tangenziale Est di Milano. Ha aggiunto che queste infrastrutture saranno costruite quasi non ricorrendo ai finanziamenti statali, ma attraverso gli utili della società Serravalle (società autostradale controllata a maggioranza dalla Provincia di Milano) e dall'importo dei pedaggi.

Ma ha affrontato anche il tema più spinoso per il centrosinistra, ovvero la sicurezza. Ha fatto subito chiarezza dicendo che la mancata sicurezza penalizza soprattutto chi abita in periferia, le persone anziane. I più deboli ed indifesi.

Inoltre, non sottostimando il problema, ha fatto alcune proposte concrete: la richiesta, fatta al governo Prodi e poi a quello Berlusconi, di avere più agenti per le strade. E poi, per liberare le forze dell'ordine dai compiti amministrativi per presidiare il territorio, ha chiesto di poter utilizzare i lavoratori in cassa integrazione, opportunamente formati.

Si è detto favorevole anche ai "volontari per la sicurezza", affidata però a persone preparate come gli ex-poliziotti in pensione e/o in congedo.

Ha definito anche inutile e dannoso il ricorso a "ronde fai-da-te", anche se ha sottolineato più volte l'importanza di "controllare il territorio".

I contenuti dell'intervista sono stati molti di più, ma mi ha colpito molto favorevolmente l'approccio pragmatico ai numerosi problemi che la Provincia di Milano vive, dimostrandosi informato e competente. Soprattutto su temi storicamente "scomodi" per il centro-sinistra ha risposto chiaramente, dimostrando che il territorio lo conosce (bene). Sicuramente non manca a Penati l'esperienza amministrativa, dopo essere stato sindaco di Sesto S. Giovanni e presidente della Provincia di Milano.

Alcune zone d'ombra: è parso un po' "elusivo" quando si è parlato della scalata della Provincia alla Società Serravalle, non chiarendo bene con quali soldi è stato possibile effettuare questa operazione. E poi, l'attacco, pesante, al suo rivale, Podestà, bollato come "bugiardo". Certo, le accuse al candidato del centro-destra ci potevano stare tutte, come quella di non volere un confronto faccia-a-faccia con lui, e di lanciare accuse senza avere un contradditorio. Però poteva entrare più nel merito.

Piccoli "nei" di una lunga intervista chiara e convincente.

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