Berlusconi, nei giorni scorsi, aveva avuto la (meritoria) idea di proporre un taglio al numero (esorbitante) dei parlamentari italiani. Aveva proposto la via di una legge di iniziativa popolare, affermando che di fronte alla volontà del popolo il parlamento si sarebbe "adeguato".
Strano che, negli otto anni di suo governo (dei quali almeno sei con una maggioranza amplissima) non sia mai riuscito nell'intento. Inoltre, è stata bocciata la proposta del P.D. che mirava ad introdurre una riduzione dei parlamentari per via istituzionale. La proposta risale all'anno scorso.
Ecco il lancio di agenzia:
Roma, 26 mag. (Apcom) - Alla Camera va in scena lo stesso copione del Senato. Il Pd, durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, ha chiesto di calendarizzare subito l'esame dei ddl concernenti la riduzione del numero dei parlamentari. Ricevendo un altro no. Non è stata accolta neanche la proposta dei democratici di lavorare la prossima settimana durante la pausa prevista per le elezioni europee. "Abbiamo chiesto alla conferenza dei capigruppo e al presidente della Camera di iscrivere immediatamente l'esame del nostro testo e di altri eventuali in materia di riforme, a partire dalla riduzione dei parlamentari. La nostra proposta risale a oltre un anno fa e deve essere immediatamente messa all'esame della Camera - ha detto Antonello Soro, capigruppo Pd - Per porre fine a chi fuori dal Palazzo vuole la riforma ma dentro il Palazzo si oppone". "Abbiamo anche dato la nostra disponibilità a lavorare la prossima settimana nonostante la pausa dei lavori parlamentari per le elezioni. Ma la proposta - ha sottolineato il capogruppo del Pd - non è stata accolta". "Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è riservato di concordare con il presidente del Senato l'attribuzione di questa riforma ad uno o all'altro ramo del Parlamento. Noi pensiamo - ha concluso Soro - che in assenza di decisioni su questa nostra richiesta non potremo condividere il programma dei lavori".
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