Innanzitutto un po' di chiarezza: i quesiti referendari sono tre.
I primi due riguardano il premio di maggioranza alla Camera e al Senato alla lista più votata. Il terzo (di cui meno si parla) è l'abolizione delle candidature multiple in più collegi. Cioè Berlusconi non si può presentare a Milano, Roma ecc. contemporaneamente (come fece in passato a Milano, dove fu presente solo una volta in consiglio comunale, mentre era candidato anche in altre città).
Non ci voleva uno scienziato per capire che Berlusconi avrebbe detto sì al Referendum che assegna il premio di maggioranza alla LISTA PIU' VOTATA. Ovvero, se, come probabile, il P.D.L. è la lista più votata in Italia, ha il premio di maggioranza e governa da sola, senza problemi, per 5 anni (almeno).
Il terzo quesito riguarda il buon senso (o senso civico): è chiaro che le candidature di personaggi "in vista" fatte per attirare voti, e che poi non rispettano il mandato ricevuto dagli elettori e fanno passare i cosidetti "portaborse" (o qualcos'altro) subito dietro nelle liste elettorali, è uno scandalo. Solo in Italia però ci vuole un referendum per abolirlo.
Dal punto di vista politico: la Lega nord, come in altre occasioni, sembra incassare. Una dichiarazione di Berlusconi che, se fosse seguita dalla vittoria al referendum, renderebbe la LEGA NORD ininfluente (non ricordo sinceramente quando lo sia stata fino ad ora, ma attendiamo l'approvazione del disegno di legge sul FEDERALISMO). Quindi, se vuole mantenere la propria identità, dovrebbe accettare un bel ridimensionamento, e stare all'opposizione...
Il problema non è solo della Lega: Berlusconi sta facendo di tutto, con la sua dichiarazione sul Corriere di oggi, per spingere il P.D. a non andare a votare o votare contro i primi due quesiti referendari. Infatti ha dichiarato che "Non c'è un solo articolo nella Costituzione - sostiene il presidente del Consiglio - che dica che è necessario il concorso dell'opposizione" per riformarla (o stravolgerla ?), facendo ben capire che, se passa il Referendum, alla Costituzione ci pensa lui.
La cosa dovrebbe svegliare sia il P.D. (e tutta l'opposizione), che la Lega Nord, per fare fronte comune contro questi tentativi di riscrivere "le regole del gioco democratico" e rendere le voci "dissenzienti" (portatrici di altre proposte) totalmente ininfluenti. I numeri, in Parlamento, ci sarebbero (per ora). Cosa aspettiamo ?
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