Spesso in questo blog ho scritto di lavoro nero. E' un problema molto importante, in quanto è fonte di diversi problemi: immigrazione clandestina, tasse non pagate, disordine, non rispetto della dignità della persona, mancata sicurezza del lavoro e altro ancora.
Oggi, a pagina 17 del Corriere della Sera, compare un bell'articolo di Gian Antonio Stella. Riguarda il lavoro nero diffuso tra i portaborse dei deputati al parlamento italiano. Numericamente limitato, il fenomeno però ha un significato gravissimo. Infatti, chi dovrebbe legiferare contro il lavoro nero lo pratica.
Nell'articolo si entra nel dettaglio: 6 su 10 portaborse di parlamentari sono "in nero". Già guadagnano una miseria: si calcola dai 300 ai 700 euro al mese. Inoltre già nella scorsa legislatura il presidente della Camera Bertinotti aveva assicurato la fine dell'increscioso fenomeno, ma al di là delle promesse nulla era stato fatto. Ora siamo alle promesse di Fini e Schifani, presidenti di Camera e Senato, ma fin ora nulla si è mosso.
Per fare un confronto: al parlamento europeo un parlamentare guadagna 17.000 € al mese, ma sono compresi i soldi che il deputato deve dare al suo staff (che spesso si compone di persone altamente qualificate, conoscenti più lingue). Ora, giustamente, il Parlamento Europeo pagherà direttamente lo staff del parlamentare, vincolando la retribuzione ad alcuni parametri per l'assunzione (laurea, diploma e buona esperienza, conoscenza linguistica). Così si impediranno le "furbizie". Da noi quando ?
Certo, parlando di furbizie come non pensare ad Umberto Bossi, il quale aveva fatto assumere da due eurodeputati leghisti suo fratello Franco e suo figlio Riccardo....ma questa è un'altra storia.
Nessun commento:
Posta un commento