lunedì 8 giugno 2009

Rapida analisi elettorale per le Europee nel Nord Italia

A differenza di molti analisti, concentrati sul dato italiano nel suo complesso, vorrei partire nell'analisi dei voti al nord Italia.

CIRCOSCRIZIONE NORD-OVEST (Valle d'Aosta, Liguria, Piemonte, Lombardia): il P.D.L. è fermo al 33 %, il P.D. è al 23 % tallonato dalla Lega Nord al 19,4 %, I.D.V. al 7,3 % e U.D.C. al 5,3 %. I due raggruppamenti più a sinistra (Sinistra e Libertà, Rifondazione e Comunisti Italiani) hanno rispettivamente il 2.1 % e il 3 %.
I dati confermano l'andamento nazionale, con un P.D.L. comunque forte ma in arretramento rispetto alle ultime politiche (sostanzialmente stabile invece confronto alle precedenti europee), il P.D. crollato di 5 punti percentuali dal 28 al 23 per cento. La Lega Nord è il partito, insieme all'I.D.V. di Di Pietro, che guadagna di più. L'U.D.C. rispetto al dato nazionale è un poco ridimensionata, come le liste di sinistra (che a livello nazionale non superano lo sbarramento).

CIRCOSCRIZIONE NORD-EST (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna): il P.D.L. è al 28,1 %, il P.D. al 28 %, la Lega Nord al 19 %. Ricordo però che la ripartizione dei collegi per le europee comprende regioni politicamente molto diverse come l'Emilia Romagna e il Veneto. Andando a spulciare i dati regionali, infatti, vediamo che in Veneto la Lega Nord, per uno 0,9 % non ce l'ha fatta a scalzare il primato del P.D.L. (fermo al 29 %), mentre segue a distanza il P.D. (terzo partito) al 20 %.

La notizia è che, anche in Lombardia come nel Veneto, il P.D. è il terzo partito, dopo P.D.L. e LEGA NORD. Un dato che dovrebbe far riflettere.
Il lombardo-veneto sta diventando (almeno elettoralmente, ma non solo) sempre più omogeneo. Come volevasi dimostrare.

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