E meno male che doveva essere il governo "amico" degli artigiani e delle P.M.I. (Piccole Medie Imprese). Leggetevi questo comunicato stampa dell'Unione Artigiani ed ognuno tragga le sue considerazioni. Le mie sono le seguenti: siccome si parte dal presupposto che, anche per questo governo, come per i governi Prodi precedenti, gli artigiani sono tutti evasori e non si vuole investire sui controlli, ecco la nuova stangata negli studi di settore.
Una grande occasione per l'opposizione di farsi sentire. Ma avranno voglia ?
ALLARME DAGLI UFFICI FISCALI DELL’UNIONE ARTIGIANI
Gli studi di settore ignorano la crisi:stangata sulle imprese artigiane
I nuovi parametri, tra l’altro resi noti all’ultimo momento, impongono adeguamenti per risultare “congrui” ben più pesanti rispetto allo scorso anno (mediamente più 15-18%).Colpite maggiormente le imprese più piccole e penalizzati i costi del personale proprio,mentre l’artigianato si sforza di non ridurre la mano d’opera.Unione Artigiani: “Servirebbe un intervento urgente del ministero delle Finanze!”
MONZA, 24 giugno 2009 - “Speriamo proprio che, così come promesso dal Fisco, gli studi di settore 2010, che saranno applicati su costi e ricavi di questo disastrato 2009, siano davvero meno gravosi per le imprese artigiane, perché stiamo amaramente verificando che quelli introdotti quest’anno si presentano, in molti casi, come una vera e propria stangata rispetto a quelli del 2008”.
La preoccupata constatazione viene dagli uffici fiscali dell’Unione Artigiani della Provincia di Monza e Brianza che proprio in questi giorni stanno lavorando alle denunce 2009 relative ai costi e ricavi del 2008 e che si trovano costretti a comunicare ai loro assistiti che le cifre per adeguarsi ai nuovi parametri degli studi di settore, ed essere così ritenuti “congrui”, risultano sensibilmente maggiori rispetto a quelle dello scorso anno.
“Per verificarlo – spiega il segretario generale dell’Unione, Marco Accornero – abbiamo infatti provveduto ad alcune campionature realizzate applicando ai nuovi studi di settore i costi e ricavi del 2007, per avere così dati confrontabili. Ebbene, così facendo è risultato che i parametri di quest’anno impongono una maggior onerosità che mediamente si aggira tra il 15 e il 18% .Nel dettaglio è ancor più amaro verificare che sono maggiormente penalizzate le imprese più piccole e alcune categorie in particolare, come ad esempio i parrucchieri colpiti dal nuovo e inedito parametro di valutazione della congruità che considera un maggior consumo energetico come indice di maggior ricavo (…senza badare molto al fatto che, nel secondo semestre 2008, i prezzi dell’energia sono schizzati al cielo!)”.
QUALCHE ESEMPIO DELLE COMPARAZIONI
Oreficeria: un ricavo 2007 di 100 mila euro, ritenuto congruo in base ai parametri dell’anno scorso, con gli studi di settore di quest’anno si vedrebbe imporre un adeguamento di 5 mila euro (che va poi ad incidere sulla dichiarazione dei redditi e sull’IRPEF facendo scattare l’aliquota più pesante)Salone di parrucchiere: nel 2008, sui ricavi 2007, gli era stato richiesto un adeguamento di quasi 14 mila euro. Con gli attuali studi di settore l’adeguamento risulta di 24 mila euroScatolificio: con un ricavo 2007 di 210 mila euro valutato congruo, quest’anno si vedrebbe imporre un adeguamento di 18 mila euro per essere ritenuto congruo.
In poche parole si può affermare che gli studi di settore 2009 hanno ignorato la crisi in atto, sebbene si applichino sull’andamento del 2008 che, almeno per gli ultimi quattro mesi, è stato un anno già colpito dalla congiuntura negativa tuttora in atto.
“Era legittimo sperare in un po’ di clemenza e che non determinassero incrementi rispetto allo scorso anno. E invece niente di tutto questo – ribadisce Marco Accornero - Per di più, come sempre, i nuovi parametri sono stati comunicati all’ultimo momento (a fine maggio) mentre, stando a quanto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, dovevano essere resi noti già da dicembre del 2008 dando modo così agli imprenditori di evitare pesanti adeguamenti dell’ultima ora come quelli che i nostri uffici sono costretti a proporre in queste ore ai loro assistiti”.
Ma non è tutto, perché un altro riscontro che lascia l’amaro in bocca.
“Sempre sulla base delle nostre comparazioni si deduce infatti che quest’anno sono stati introdotti parametri più gravosi per quanto riguarda i costi del personale – spiega il segretario dell’Unione - Si tratta di una scelta ingiustamente penalizzante per gli imprenditori artigiani che, nonostante le difficoltà reali provocate dalla crisi, dimostrano, dati alla mano, di aver responsabilmente scelto di non ridurre i loro dipendenti. E questo anche se è evidente che, con meno lavoro, il personale produce minor ricavo. Ma di questo il Fisco ha dimostrato di non voler tener conto.”
E ora cosa succede?“Succede che questa stangata non può essere bloccata senza un auspicabile e urgente intervento del ministero delle Finanza – conclude Accornero – Suggerire agli artigiani di non adeguarsi e quindi di “auto dichiararsi” non congrui non è nel nostro stile e responsabilmente non ci sentiamo di farlo, anche perché le nostre imprese rischierebbero un incrudimento dei controlli. Manteniamo e diffondiamo il nostro dissenso rispetto a quanto sta succedendo e fin da oggi lo adoperiamo per sollecitare decisamente al Fisco una netta inversione di tendenza per gli studi di settore 2010 che andranno applicati su costi e ricavi di questo terribile 2009, chiedendo anche che, come previsto per legge, vengano comunicati già a settembre di quest’anno”.
P.S.: Berlusconi disse, qualche tempo fa, che non pagare le tasse per cento era qualcosa di moralmente giustificabile quando queste erano al 50-60 % (Panorama, 2 aprile 2008). Lo direbbe anche adesso ?
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