lunedì 16 marzo 2009

Fine del silenzio bancario? Speriamo..

La notizia è di quelle che merita un bel titolone di prima pagina: "Fine del silenzio bancario in Svizzera". In realtà la Svizzera, insieme ad altri paradisi fiscali come Liechtenstein, Andorra, Lussemburgo (solo per rimanere in Europa) ha deciso di aprirsi alle norme Ocse in materia di trasparenza degli istituti di credito. Le misure si traduranno in maggiori controlli sui conti correnti, più vigilanza nelle transazioni internazionali e più poteri in mano alle autorità di sorveglianza, di comune accordo coi governi nazionali. Non che gli svizzeri si siano svegliati una mattina e abbiano deciso di essere più virtuosi, più trasparenti nei loro rapporti bancari: sono stati "convinti" dal fatto che l'Ubs, il maggior gruppo bancario elevetico, dovrà pagare alle autorità di vigilanza statunistensi 780 milioni di dollari. La sanzione deriva dalle rivelazioni dell'ex amministratore patrimoniale di Ubs, Bradley Birkenfeld; nel luglio scorso, Birkenfeld rivelò di aver aiutato molti clienti USA ad evadere le imposte. Nonostante la norma non si applichi ai cittadini svizzeri, la cosa non è stata bene accolta dall'Associazione Svizzera dei Banchieri, che in una nota ha espresso tutto il suo disappunto per una misura che "rappresenta una rovina per il settore bancario svizzero". Effettivamente il rischio c'è: secondo gli analisti di Bloomberg, degli oltre 2000 miliardi di dollari (!!!) che rappresentano i depositi esteri, oltre il 20 % rischia di andare via dalla Svizzera.
Strano, mi vien da dire, chi è a posto con la coscienza (e con i soldi) non avrebbe nulla da temere. O sbaglio ?

Nessun commento:

Posta un commento