Un anno fa circa, tutti i politici (di centro destra e qualcuno anche di centro sinistra) ci avevano promesso la soluzione del problema campi nomadi: censimento, allontanamento degli irregolari, divieto di stanzialità per più di un tot. di tempo (come avviene in Svizzera) ecc. ecc.
De Corato (vicesindaco di Milano) in prima persona, insieme a Matteo Salvini (consigliere comunale a Milano della Lega) avevano sparato ad "alzo zero" contro i campi nomadi, prevedendo soluzioni celeri (come avviene in Germania e in Francia, per citare due paesi a caso, dove i campi nomadi o abusivi sono vietati).
La realtà, purtroppo, è che, se il problema è immutato, le soluzioni non sono facili come promesso: l'entrata della Romania nell'Unione Europea, più per decisione politica che per ragioni economiche reali (vista la disparita economico, sociale, politica tra Romania ed Europa) non ha certo favorito la soluzione dei problemi.
Inoltre queste persone hanno tutte le carte in regola per poter restare in Italia, in quanto sono rumene o, talvolta, anche italiane.
Spesso, poi, i campi abusivi non solo campi nomadi, ma sono posti dove i più disperati trovano rifugio (quindi non solo rumeni, ma anche africani ecc.).
"In Italia si è trasferito il 40% dei criminali rumeni sui quali pende un mandato di arresto internazionale". Non è una dichiarazione del ministro degli Interni Maroni o di qualche leghista, ma quella del ministro della Giustizia romeno, Catalin Predoiu. Parole dette nel corso di una conferenza stampa a Bucarest, riprese dai media locali e prontamente arrivate a casa nostra.“In Italia si trovano attualmente circa 2.700 cittadini romeni che sono in carcere in attesa di giudizio o condannati in via definitiva e sul territorio italiano si trova anche il 40% dei romeni ricercati con mandato internazionale”, ha detto il ministro di Bucarest che si è prodigato nel fornire altri dati: alla data del 19 febbraio nei penitenziari italiani erano ospitati 1.773 cittadini romeni, su cui non sono state emesse condanne definitive, precisando che 1.626 sono uomini e 147 donne. Per quanto riguarda i cittadini romeni che stanno scontando una pena nelle carceri italiane, 902 sono uomini e 51 donne.
Insomma, la frittata è fatta. Con la benedizione dell'allora presidente della Commissione Europea Romano Prodi (1999 - 2004) e dell'allora vicepresidente della Commissione Europea e Commissario europeo alla Giustizia, Libertà, e Sicurezza Franco Frattini (PDL) (novembre 2004 -maggio 2008). Forse hanno fatto il passo più lungo della gamba. Ma il problema rimane. E la soluzione non penso stia né nella demagogia di chi propone soluzioni subito, né in quelli che fanno finta che i problemi non esistano.
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