martedì 31 marzo 2009

La storia si ripete

E' il titolo che mi viene leggendo le notizie di oggi, due in particolare: una riguarda l'arresto di Mario Chiesa per traffico illecito di rifiuti, l'altra la tragedia del barcone affondato nelle acque del Mediterraneo dove risultano "dispersi" (probabilmente morti) circa 220 migranti. Sembrano due notizie diverse, ma in realtà hanno una forte analogia: sono già successe in passato, ma evidentemente nessuno ha imparato la lezione.
Nel primo caso (Mario Chiesa) era stato il primo arrestato per l'inchiesta denominata "Tangentopoli". L'arresto aveva dato il via a una serie di altri, e allo "smottamento", ma non certo alla fine, del cosidetto sistema delle tangenti. Prova ne è che Mario Chiesa ci è ricascato. D'altronde, in Italia, vengono depenalizzati i reati (falso in bilancio, corruzione ecc. ecc.) e difeso chi li commette, oltre ogni ragionevole garanzia per l'imputato.
La seconda notizia è l'ennesima tragedia del mare: 220 morti probabili (ma quanti sono quelli che non sappiamo ?) per raggiungere le nostre coste. E' da anni che va avanti questo "esodo", senza che nessuno (legge, governo e quant'altro) sia riuscito a fermarlo. Ora, il ministro Maroni promette che "gli sbarchi termineranno dopo il 15 maggio, data in cui diverranno operativi gli accordi Italia-Libia in merito ai pattugliamenti congiunti "(fonte: Corriere.it). Ho qualche ragionevole dubbio:

  1. Il ministro Maroni, rispondendo ad un Question time alla Camera il 15 marzo aveva affermato che gli sbarchi dal 1 gennaio al 15 marzo erano diminuiti del 15 % rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
  2. Come si vede (oltre 400 sbarchi nelle ultime ore a Lampedusa, fonte Corriere.it) le ripetute tragedie del mare non fermano queste persone, che pur di sfuggire (spesso) a morte certa al loro paese per fame, preferiscono rischiare la pelle attraversando il mare con delle "quasi" zattere. Per la stessa ragione non servirebbe neanche la soluzione, da qualcuno paventata (Umberto Bossi qualche anno fa) di sparare alle carrette del mare. Lasciando perdere il "sacrosanto" diritto alla vita anche del migrante.
  3. I pattugliamenti congiunti dubito che possano sortire qualche effetto, in quanto le coste libiche sono comunque ampie da pattugliare. Inoltre sull'affidabilità di Gheddafi nutro qualche dubbio (uso un eufemismo). Le rotte dell'immigrazione comunque si sposterebbero, e la penetrazione potrebbe avvenire da est, via terra o via mare (Grecia, Slovenia, Croazia, Albania ecc.)
  4. Visto che nel mondo ci sono 1 miliardo di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno (dati OCSE) e 1/3 sono nell'africa subsahariana, ci sono due modi per aiutare e aiutarci: il primo è una lotta senza quartiere contro il lavoro nero, vera esca per l'emigrazione di queste persone (che vengono in Italia al motto: vado, rischio, tanto un modo per campare lo trovo, e non certo al mio paese) favorendo l'immigrazione legale, selezionata e controllata. Il secondo è l'aiuto su progetto ai paesi del terzo mondo, considerando che l'Italia dedica a ciò lo 0,19 % del P.I.L. , fanalino di coda insieme agli U.S.A. e come se non bastasse ha ridotto la sua quota del 30 % (dati Presidenza Associazione O.N.G. italiane, 2008)

Aiutare nel modo giusto conviene a loro, conviene a noi.

lunedì 30 marzo 2009

Prenotazione esami medici: un calvario

Gli utenti della sanità lombarda la situazione la conoscono. Ecco che il Corriere della Sera fa quello che un giornalismo d'inchiesta dovrebbe fare: un indagine.
E' bastato un rapido giro di telefonate ai maggiori ospedali da parte del quotidiano di Via Solferino per rendersi conto che, per visite di una certa delicatezza e importanza (mammografia, colonscopia ecc.) ci vogliono dei mesi. Ad esempio: Colonscopia all'ospedale Sacco di Milano ci vogliono più di 3 mesi, a pagamento entro 10 gg. (450 € + 80 € di biopsia). Altro esempio: Mammografia. Allo I.E.O (Istituto Europeo di Oncologia) dai 31 ai 60 gg., a pagamento: 1 giorno (160 €). L'articolo continua con una serie di altri esempi, tutti che confermano la tesi: chi paga passa avanti (di molto). Nell'articolo del Corriere.it viene anche proposto un link (http://www.sanita.regione.lombardia.it/tempiattesa/ricerca.asp?id=tempi) per verificare i tempi d'attesa presso le varie A.S.L. territoriali. Sono andato a controllare. Visto che il mese scorso mi è capitato di fare un esame in una struttura "monitorata", sono andato a verificare se i dichiarati tempi di attesa fossero reali. E devo dire che i miei sospetti sono diventati concreti: sul sito si dichiara che tutte le prestazioni vengono erogate entro 30 gg., ma il mio caso, evidentemente, non è stato compreso. Infatti ho potuto usufruire della prestazione sanitaria richiesta ben oltre 30 gg., dopo aver passato per più di 20 minuti al telefono per ben 3 volte, cercando di prenotare. Inoltre secondo il Disciplinare Tecnico presente sullo stesso sito della Regione Lombardia è previsto un tempo massimo di 20 gg. (si fa riferimento al DGR VI/47675 del 1999).
Forse la realtà è ancora peggio dell'inchiesta del Corriere.it !!

L'unica cosa da chiedere é che l'assessore Bresciani, dopo 14 anni di governo della sua parte politica (PDL + LEGA) alla Regione Lombardia, smetta " di sobbalzare sulla sedia" (da Corriere.it) e oltre a dire " che è un problema che vogliamo risolvere al più presto " lo faccia. Lui fa parte del "governo del fare".

Al lavoro in bus per stare in forma ?

Curiosa oggi la prima pagina di Metro, il giornale gratuito distribuito nelle più grandi città d'Italia (e del mondo). Un articolo infatti recita: "Al lavoro in bus per stare in forma", affermando che, "chi sceglie i mezzi pubblici, sceglie nello stesso tempo uno stile di vita più salutare , senza bisogno di ritagliarsi faticosamente spazi in palestra e ha tre volte le chanche di restare in forma rispetto agli automobilisti inveterati". Visto che questo studio è stato fatto analizzando 4156 spostamenti nell'area metropolitana di Atlanta (USA) di certo non conoscono la realtà italiana. In forma sì, ma con il fegato a pezzi.

giovedì 26 marzo 2009

Pianura Padana: camera a gas. Le cifre.

Non che non si sapesse. Ma questo articolo ne è la riprova. In Pianura Padana, nonostante il problema sia noto da molti anni, gli interventi sono ancora del tutto insufficienti sul fronte della lotta all'inquinamento. Certo, come ripete ad ogni piè sospinto Formigoni, siamo in una zona climatologicamente "sfortunata", dove, soprattutto d'inverno, l'aria ristagna e così anche gli inquinanti. Però, se uno va a vedere i dati, si accorge che, nonostante questo sia stato l'inverno più nevoso (e piovoso) da molti anni a questa parte, abbiamo superato le soglie degli inquinanti previsti dalla normativa europea già a febbraio. Per la precisione: già il 24 febbraio abbiamo superato la soglia dei 50 mg /mc di PM10 per ben 35 gg. Dalla stampa: generale silenzio. Allora cosa si fa di fronte a quest'emergenza ? L'Ecopass, che, certo, può essere un primo piccolo passo (ma tra deroghe, ricorsi ecc. a livello di riduzione di inquinamento non ha raggiunto i risultati sperati), ma nulla per favorire il trasporto che non inquina. Basta vedere i treni, le metropolitane, i tram, le piste ciclabili in che condizioni sono. Eppure l'inquinamento, oltre ad avere delle ricadute sulla qualità della vita delle persone, ha anche dei costi sociali e sanitari non indifferenti.

Torniamo all'articolo a firma di Luca Carra e Luca Piana sull'Espresso in edicola questa settimana di cui parlavamo all'inizio. Ne riporto un breve passaggio :



"[..] Una situazione (l'inquinamento, n.d.a.) che contribuisce a far condividere alla Pianura Padana un record di Belgio e Olanda che nessuno invidia: il più alto livello di mesi di vita che, nella cruda statistica, ogni cittadino brucia per effetto delle malattie mortali legate all'inquinamento (15 a testa, contro gli otto della media italiana).
Non bastano però alcuni dati in chiaroscuro per attenuare la durezza dell'analisi del rapporto 'Progetto Kyoto Lombardia'. Come dice il titolo, il lavoro è incentrato sui risultati ottenuti nel controllo delle emissioni dei gas ammazza-clima, a cominciare dall'anidride carbonica. Il protocollo firmato nel 1997 nella città giapponese imponeva all'Italia una riduzione delle emissioni del 6,5 per cento entro il 2012 rispetto ai quantitativi del 1995. Da allora, invece, in Lombardia la situazione è costantemente peggiorata: il rapporto fotografa un incremento complessivo del 15 per cento. Tre punti in più rispetto alla media italiana (dove le emissioni sono cresciute comunque del 12 per cento), che piazzano la Regione presieduta da Roberto Formigoni a una distanza ormai sostanzialmente incolmabile rispetto agli obiettivi fissati a Kyoto. "

Aggiungo e concludo: di questo rapporto la Regione si è ben guardata dal divulgarne i dati. A chi interessa l'argomento ecco il link:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/gas-tossici-in-val-padana/2075985//0

martedì 24 marzo 2009

Pendolari contro Trenitalia: in nome della Costituzione

Una bella notizia, non c'è che dire. Da Repubblica.it di oggi apprendo che la Federconsumatori di Cremona, appoggiata dall'Associazione nazionale omologa, ha deciso di ricorrere al giudice ordinario appellandosi all'articolo 700 del Codice Penale, per un intervento urgente contro Trenitalia. In gioco ci sono due principi costituzionali fondamentali: il diritto alla salute, messa a dura prova da ritardi e disservizi vari, e il diritto al lavoro, quando il treno serve per recarsi sul luogo di lavoro stesso. L'idea è venuta al sig. Francesco Zilioli della Federconsumatori di Cremona, il quale afferma che "se il giudice accetterà la nostra linea, la causa potrebbe fare da apripista contro Trenitalia". L'iniziativa potrebbe portare nelle tasche dei pendolari del cremonese circa 1200 €, per i disservizi patiti nel solo 2008.

Finalmente, in un Paese come il nostro, dove difficilmente chi sbaglia paga, si prospetta il risarcimento dei "ripetuti" errori da parte di Trenitalia, ampiamente "foraggiata" dal contribuente italiano. Vedendo gli stipendi dei suoi dirigenti si capisce che i soldi che noi versiamo non vadano certo a finire nel materiale rotabile o nell'ammodernamento del servizio, men che meno alla costruzione di nuove linee ferroviarie. Le uniche che potrebbero portare un reale beneficio in quella che può essere definita, dati alla mano, la camera gas d'Europa: la Pianura Padana.

Per chi volesse saperne di più, segnalo l'articolo a firma di Riccardo Bocca su Espresso.it. Il link:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/laltra-velocita/2075080&ref=hpsp

lunedì 23 marzo 2009

Questione multe: La verità ? Fai il copia-incolla

E' dei giorni scorsi la notizia del recapito delle multe prese da auto straniere nella zona ECO-PASS a Milano. Su Repubblica.it, che riporta la notizia, si dice che sono in arrivo dall'Italia ben 40.000 multe per infrazioni varie, di cui 14.000 già recapitate. La società che si occupa della riscossione dei crediti per conto del Comune di Milano è la Park Trade Europe e la consociata C&S Credit, che svolge la stessa funzione per altri comuni, tra i quali Torino e Firenze. Comprensibilmente il comandante dei Vigili Emiliano Bezzon dice che è giusto far pagare ai cittadini svizzeri le infrazioni commesse in Italia, quando in Svizzera vi è la stessa disciplina e relative sanzioni per mancato rispetto del codice della strada.
Alla buona notizia bisogna aggiungere l'altro pezzo. E qui viene il bello. Sul sito on line del Corriere del Ticino (Svizzera), si afferma che le multe sono state notificate oltre i 360 gg. previsti dalla legislazione italiana, e quindi, violerebbero i termini di legge (in base ad una non meglio precisata sentenza).
In sintesi: chi ha ragione ? Perchè i media italiani scrivono "una parte" della notizia, i media svizzeri un'altra ?
Forse che per sapere come stanno esattamente le cose bisogna fare il copia-incolla, come quando ero alle elementari e la maestra ci diceva di fare le ricerche. Tagliavo dal giornale e incollavo. Però non ero giornalista. Ero bambino.

sabato 21 marzo 2009

Lavoro nero ? No problem, il governo ti aiuta.

Ho deciso di mettere su questo blog due notizie diverse, ma strettamente collegate tra loro. La prima è l'abbassamento delle ammende in caso di irregolarità per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, compresa la regolarità dei contratti di assunzione. La seconda è l'entità enorme dell'evasione fiscale in Italia: 316 miliardi di € l'anno, il che significa, semplificando, che se paghiamo tutti le tasse si potrebbe nettamente diminuirle ed avere servizi di qualità "svizzera" o anche di più (bisognerebbe eliminare anche le clientele, economiche e politiche, ma questo è un altro, importantissimo, discorso).
Per far questo diventa centrale il tema dei controlli e delle sanzioni. E qui si ritorna alla prima notizia: sui controlli sappiamo tutti come è la realtà. I controllori sono pochi, fanno una "vitaccia" se ligi al dovere, una vita meno "grama" se cedono sotto i colpi di qualche "bustarella". Per quanto riguarda le sanzioni, il decreto di correzione del ministro al Welfare Sacconi prevede una diminuzione delle stesse in caso di irregolarità lavorative.
Considerando il fatto che l'evasione fiscale deriva, per ben 200 miliardi di €, dal lavoro sommerso, dico: come si fa a pretendere il rispetto della legge quando chi non la rispetta si vede diminuita "la punizione" e per di più questa la fa pagare agli altri ?

Altro discorso (importantissimo) sarebbe l'eccessiva pressione fiscale come incentivo all'evasione, cioè la ricerca delle cause di questo fenomeno, ma la centralità del tema sarà oggetto di prossimi post.
Di seguito il link relativo all'evasione fiscale:

http://www.businessonline.it/news/7010/leggero-calo-delle-tasse-dimezzerebbe-evasione-fiscale-italiana.html
dal sito BUSINESS ONLINE dell' 11/05/2008

e quello sulla diminuzione delle sanzioni per irregolarità sul lavoro pensato dal segretario al Welfare Sacconi

http://www.fornaioamico.it/index.php?option=com_content&view=article&id=712:sicurezza-verso-la-modifica-delle-sanzioni&catid=2:imprese-e-lavoro&Itemid=5
dal sito FORNAIO AMICO (associazione panificatori) del 17/03/09

venerdì 20 marzo 2009

Salta il tetto allo stipendio dei manager

Non so come definirlo. Scandalo a spese dei contribuenti é forse la parola più appropriata.
E' vero, un bravo manager, soprattutto quando fa il suo dovere, va pagato, e bene. Ma di qui, a guadagnare in un anno le cifre che un comune mortale non guadagna neanche nel giro di una vita, ce ne corre. Ricordiamoci poi della vicenda dell'ex a.d. di F.S. Elio Catania (2006), che lasciò le Ferrovie con 1,3 miliardi di debiti e godé di una buonuscita pari a 5 milioni di euro. L'elenco potrebbe continuare; gente messa a capo di aziende pubbliche, spesso non certo per curriculum vincenti, pagata lautamente da tutti noi anche quando si dimette senza alcun risultato raggiunto. Si potrà dire: bè, per far andar bene le ferrovie dello Stato ci vorrebbe un intervento divino (o forse neanche quello basterebbe), ma allora perchè questi signori si assumono incarichi, come dire, "divini" ?

Di seguito l'articolo tratto da "La stampa.it" del 18.03.09 a firma di ROBERTO GIOVANNINI

E alla Camera non passano neppure gli aiuti ai precari

ROMA La ragione formale: inammissibilità per estraneità alla materia. In effetti norme come quelle per dare più ammortizzatori sociali ai precari, appena varata dall’ultimo Consiglio dei ministri, o per contenere gli stipendi dei manager non c’entrano moltissimo con il decreto legge che contiene gli incentivi per il comparto dell’auto e l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, all’esame di Montecitorio. Fatto sta che gli uffici di presidenza delle commissioni Attività Produttive e Finanze della Camera non hanno avuto pietà, e hanno fatto calare la mannaia su 256 degli oltre 400 emendamenti proposti dal governo o dai partiti di maggioranza nel decreto sugli aiuti all’auto, individuato (erroneamente, a quanto pare) come il «tram giusto» per far approvare norme politicamente importanti. Il governo e lo stesso Gianfranco Fini ora promettono in qualche modo di correre ai ripari. Il presidente della Camera, rispondendo ai giornalisti, non è entrato nel merito dei provvedimenti, ma ha spiegato che se ci sarà «largo consenso» tra i gruppi politici, il divieto si potrà rivedere, e le norme rientrare nel decreto legge auto. «Dipende dall'orientamento dei gruppi - ha spiegato Fini - si tratta di emendamenti che per ratio materiae sono inammissibili, ma se c'è un largo consenso tra i gruppi ne prendo atto. So che ne stanno discutendo in queste ore, si tratta di materie di forte impatto sociale. Un conto è l’interpretazione letterale del regolamento parlamentare, un conto è l’interpretazione politica». Vedremo cosa e quanto rientrerà: oggi alle 14 si riuniscono di nuovo le Commissioni Finanze e Attività produttive per decidere il da farsi. Il Pd non si è mostrato indisponibile ma vuole valutare la situazione e capire che spazio possano avere le sue richieste. Quel che è certo che l’emendamento della Lega che voleva stabilire un tetto agli stipendi dei manager pubblici e dei banchieri che chiedono aiuti allo stato è saltato. Nel primo casi si stabiliva che gli emolumenti corrisposti a qualunque soggetto avente rapporti di lavoro con le amministrazioni statali, o con le agenzie oppure con enti pubblici economici ed enti di ricerca, nonché con i magistrati, non potesse superare il limite del trattamento corrisposto ai membri del Parlamento. Nel secondo caso, si stabiliva di fissare un limite di 350.000 euro l’anno per i trattamenti economici dei dirigenti di banche o istituti di credito che beneficiano in materia diretta o indiretta di aiuti anti-crisi. Inammissibile poi l’intero pacchetto esaminato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri a favore dei precari, che prevedeva l’aumento al 20% dell'indennità di disoccupazione per i cocopro.Tagliate anche misure a favore della famiglia, come il contributo mensile di 150 euro per l'anno 2009 per ogni figlio di età inferiore ai 3 anni, cassato anche l'intervento sul trattamento pensionistico per i lavoratori esposti all'amianto. Niente da fare anche per i molti emendamenti proposti dal Pd, dalla riduzione del 20% del primo acconto Irpef, Ires e Irap, all'incremento del «forfettone» per i contribuenti minimi. Il Pd chiedeva poi, al posto del consolidato e del concordato di distretto, la parziale detassazione degli investimenti produttivi per le imprese. E ancora, la sospensione del tetto alla deducibilità degli interessi passivi. No, inoltre, al «contributo di solidarietà straordinario sull'Irpef» sui contribuenti con un reddito superiore ai 120.000 euro per alimentare un «fondo per la povertà estrema» destinato a realizzare servizi per i cittadini più povera e per i senza fissa dimora, proposto dal segretario del Pd Dario Franceschini. Come detto, qualcosa verrà «ripescato»: sicuramente, spiega il relatore di maggioranza Marco Milanese, il pacchetto «precari» e la norma sulle pensioni e l’amianto. Possibile anche una norma per allentare il Patto di stabilità interno per i Comuni virtuosi, come proposto dal Pd.

giovedì 19 marzo 2009

Che fine hanno fatto le promesse ?

Un anno fa circa, tutti i politici (di centro destra e qualcuno anche di centro sinistra) ci avevano promesso la soluzione del problema campi nomadi: censimento, allontanamento degli irregolari, divieto di stanzialità per più di un tot. di tempo (come avviene in Svizzera) ecc. ecc.
De Corato (vicesindaco di Milano) in prima persona, insieme a Matteo Salvini (consigliere comunale a Milano della Lega) avevano sparato ad "alzo zero" contro i campi nomadi, prevedendo soluzioni celeri (come avviene in Germania e in Francia, per citare due paesi a caso, dove i campi nomadi o abusivi sono vietati).
La realtà, purtroppo, è che, se il problema è immutato, le soluzioni non sono facili come promesso: l'entrata della Romania nell'Unione Europea, più per decisione politica che per ragioni economiche reali (vista la disparita economico, sociale, politica tra Romania ed Europa) non ha certo favorito la soluzione dei problemi.
Inoltre queste persone hanno tutte le carte in regola per poter restare in Italia, in quanto sono rumene o, talvolta, anche italiane.
Spesso, poi, i campi abusivi non solo campi nomadi, ma sono posti dove i più disperati trovano rifugio (quindi non solo rumeni, ma anche africani ecc.).
"In Italia si è trasferito il 40% dei criminali rumeni sui quali pende un mandato di arresto internazionale". Non è una dichiarazione del ministro degli Interni Maroni o di qualche leghista, ma quella del ministro della Giustizia romeno, Catalin Predoiu. Parole dette nel corso di una conferenza stampa a Bucarest, riprese dai media locali e prontamente arrivate a casa nostra.“In Italia si trovano attualmente circa 2.700 cittadini romeni che sono in carcere in attesa di giudizio o condannati in via definitiva e sul territorio italiano si trova anche il 40% dei romeni ricercati con mandato internazionale”, ha detto il ministro di Bucarest che si è prodigato nel fornire altri dati: alla data del 19 febbraio nei penitenziari italiani erano ospitati 1.773 cittadini romeni, su cui non sono state emesse condanne definitive, precisando che 1.626 sono uomini e 147 donne. Per quanto riguarda i cittadini romeni che stanno scontando una pena nelle carceri italiane, 902 sono uomini e 51 donne.
Insomma, la frittata è fatta. Con la benedizione dell'allora presidente della Commissione Europea Romano Prodi (1999 - 2004) e dell'allora vicepresidente della Commissione Europea e Commissario europeo alla Giustizia, Libertà, e Sicurezza Franco Frattini (PDL) (novembre 2004 -maggio 2008). Forse hanno fatto il passo più lungo della gamba. Ma il problema rimane. E la soluzione non penso stia né nella demagogia di chi propone soluzioni subito, né in quelli che fanno finta che i problemi non esistano.


mercoledì 18 marzo 2009

Lebbra e buon senso

E' di oggi la notizia di una persona egiziana clandestina malata di lebbra. La vicenda si svolge a Milano, dove la persona in questione viveva con dei cugini. La persona, ammalata, si rivolge ad un ambulatorio di Via dei Rudinì, periferia sud, dove viene inviato all'ospedale S. Paolo di Milano e poi viene diagnosticata la lebbra dal Centro Nazionale di riferimento per Lebbra in Italia presso l'ospedale S. Martino di Genova. Un caso analogo era successo ai primi di marzo, sempre a Milano, ed a contrarre la lebbra era stata una colf cingalese (regolare). I casi nel 2008 sono stati 16, quindi la lebbra in Italia si può definire malattia rara. Quello che fa pensare è l'atteggiamento del governo, proprio ora che si discute del decreto sicurezza. Il decreto infatti contempla la possibilità di denuncia da parte del pubblico ufficiale (del medico, ma anche dell'insegnante e di chiunque eserciti incarichi pubblici) della persona che commette il reato di clandestinità.
E qua c'è la sorpresa: nel PDL sembra che qualcuno si risvegli da un lungo torpore ed in 101 (tra cui l'on. Mussolini, Pecorella ed altri) firmano una lettera per abolire il reato di clandestinità e quindi la possibile denuncia da parte del pubblico ufficiale. Lasciamo perdere i valori di fondo, il rispetto dei diritti umani ecc. ecc. definiti oggi "buonismo": con una norma del genere il malcapitato egiziano con la lebbra non si sarebbe mai fatto curare (per poi essere rispedito al proprio paese ? figuriamoci) e quindi c'è il rischio di trovarci di trovarci a contatto con vere e proprie "bombe" batteriologiche, spesso inconsapevoli. Non è di oggi, infatti, la diffusione di malattie un tempo scomparse come la T.B.C. e altre. Lungi dal fare allarmismi, una cosa però bisogna dirla: questa legge vorrebbe indurre alla clandestinità la malattia, che però non si fa certo intimidire dalle leggi, anzi, da queste può essere favorita. Questo è il caso. Allora ci vuole BUONSENSO. E' chiedere troppo alla politica di questi tempi, ma (forse) non è troppo tardi.

lunedì 16 marzo 2009

Fine del silenzio bancario? Speriamo..

La notizia è di quelle che merita un bel titolone di prima pagina: "Fine del silenzio bancario in Svizzera". In realtà la Svizzera, insieme ad altri paradisi fiscali come Liechtenstein, Andorra, Lussemburgo (solo per rimanere in Europa) ha deciso di aprirsi alle norme Ocse in materia di trasparenza degli istituti di credito. Le misure si traduranno in maggiori controlli sui conti correnti, più vigilanza nelle transazioni internazionali e più poteri in mano alle autorità di sorveglianza, di comune accordo coi governi nazionali. Non che gli svizzeri si siano svegliati una mattina e abbiano deciso di essere più virtuosi, più trasparenti nei loro rapporti bancari: sono stati "convinti" dal fatto che l'Ubs, il maggior gruppo bancario elevetico, dovrà pagare alle autorità di vigilanza statunistensi 780 milioni di dollari. La sanzione deriva dalle rivelazioni dell'ex amministratore patrimoniale di Ubs, Bradley Birkenfeld; nel luglio scorso, Birkenfeld rivelò di aver aiutato molti clienti USA ad evadere le imposte. Nonostante la norma non si applichi ai cittadini svizzeri, la cosa non è stata bene accolta dall'Associazione Svizzera dei Banchieri, che in una nota ha espresso tutto il suo disappunto per una misura che "rappresenta una rovina per il settore bancario svizzero". Effettivamente il rischio c'è: secondo gli analisti di Bloomberg, degli oltre 2000 miliardi di dollari (!!!) che rappresentano i depositi esteri, oltre il 20 % rischia di andare via dalla Svizzera.
Strano, mi vien da dire, chi è a posto con la coscienza (e con i soldi) non avrebbe nulla da temere. O sbaglio ?

martedì 10 marzo 2009

Eliminata la disoccupazione...in politica.

E per proseguire il post precedente, ecco come si elimina la disoccupazione in politica. Forza italia è solo un esempio, ce ne potrebbero essere tranquillamente altri...ma quand'è che si aboliranno i doppi, tripli, quadrupli incarichi a spese dei contribuenti ? Quando finirà la moda di candidarsi dappertutto (in più regioni, per provincia, comune contemporaneamente ecc. ecc.) come fece Berlusconi al Consiglio Comunale di Milano (dove non si fece mai vedere, alla faccia della serietà e del rispetto preso con i cittadini che l'hanno votato...) ?

Ecco l'articolo di Repubblica.it dell' 8 marzo a firma di Giuseppina Piano:

Comune, tutte le poltrone di Forza Italia
Repubblica — 09 marzo 2009 pagina 7 sezione: MILANO

DOPPIA (o tripla) poltrona, doppio stipendio. I consiglieri comunali di Forza Italia sono dei veri stakanovisti: su 22, in 16 hanno ottenuto dalla politica il secondo lavoro. Non strapuntini a buon mercato ma posti di consiglieri d' amministrazione o presidenti in società, enti e paraenti, consorzi e fondazioni, consulenze in un ministero. Con compensi di qualche decina di migliaia di euro l' anno, e benefit assicurati, dai rimborsi spese all' ufficio. Il carrozzone delle nomine negli enti pubblici è un monumento all' occupazione politica, si sa. E allo spreco. Il Comune «partecipa» a qualcosa come 84 enti. Le ex municipalizzate, come Atm o Sea, hanno dovuto ridurre per legge i propri Cda a cinque membri. Nel frattempo un mare di fondazioni viaggia ancora tranquillamente oltre le dieci persone. È in questo quadro che si colloca la scalata ostinata alle poltrone degli azzurri. Contrattando la disciplina nel voto in Consiglio con collocazioni altrove. Quando non l' hanno ottenute dal sindaco Moratti l' hanno avute per decisione del partito da altre amministrazioni, aggirando l' incompatibilità comunale e l' ovvio overbooking interno. «Nessuno scandalo, funziona così in tutti i partiti. Io ho sempre operato nell' interesse dei cittadini e in modo onesto», replica per tutti il consigliere comunale azzurro Francesco Triscari. Medico, è stato nominato dalla Sea nel cda della Sacbo, la spa che gestisce l' aeroporto di Orio al Serio,e dopo dal Comune nel cda dell' Aler. Tripla poltrona, con quella a Palazzo Marino. «Dalla Sacbo mi dimetto», assicura. Nel frattempo, nella spa di Orio al Serio, resta il collega di partito Aldo Brandirali e l' ex city manager del Comune Giampiero Borghini. Le poltrone degli azzurri arrivate dalla politica vanno dalla presidenza di Metroweb per Guido Manca ai posti in consorzi, fondazioni, enti gestori dei parchi arrivati negli ultimi anni: Paolo Massari lascerà il Cimep (Consorzio per l' edilizia popolare) per traslocare alla Fiera, sempre al Cimep ha avuto un posto Gianfranco Baldassarre, al Parco Nord Carmelo Gambitta, al Parco Sud Giacomo Beretta, al centro studi Pim Alberto Garocchio che è anche nel più nobile cda del Besta, alle Stelline Milko Pennisi, alla Fondazione Pini Armando Vagliati. E ancora, ci sono le poltrone figlie di controllate da altre spa pubbliche con il meccanismo della moltiplicazione di posti: in società della Fiera ecco Giulio Gallerae Alan Rizzi, in società di Mm appena costituite Enzo Giudice, Fabio Altinonante e Carola Colombo.
PER SAPERNE DI PIÙ www.comune.milano.it www.milanoexpo-2015.com -

GIUSEPPINA PIANO

Non solo per un piatto di lenticchie...

C'era da aspettarselo. Alle elezioni provinciali di Milano, a sfidare il presidente Filippo Penati (che si candida con una coalizione di partiti di centro sinistra, rifondazione esclusa), sarà niente di meno che l'onorevole europeo di Forza Italia Guido Podestà (bè, il cognome non è dei migliori auspici..). E fin qui, niente di strano. Di Guido Podestà ben poco si sa (bella la rima, vero ?) se non che ha un sito (a tutt'oggi in costruzione) nel quale, in poche righe, si afferma che l'onorevole è in prima fila per il lavoro dei giovani, per gli anziani ("perchè possano esprimere tutta la loro vitalità"), per tutti (formazione professionale continua, integrazione tra università, scuola, mondo del lavoro). La cosa interessante è che la candidatura di Podestà rientra nel più ampio "walzer" di poltrone che riguarda tutta la Lombardia (e oltre). A farla breve: la Lega dà l'ok al primo turno a Guido Podestà in cambio di nomine dei suoi uomini a capo di A2A, Fiera, Expo. Uguale: dei cittadini non ce ne può fregare di meno, le candidature non sono espressione del "popolo" (come diceva una volta qualche partito NON romanocentrico) ma decise per i "propri" interessi. Come sono lontani i tempi di "Roma ladrona", "Giù le mani dal Nord" ecc. ecc. Fino a quando si andrà avanti così ?
Per chi se lo vuole leggere, ecco l'articolo dal sito Corriere.it a firma di Elisabetta Soglio:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/09_marzo_10/lega_prenota_un_posto_in_fiera-1501073776345.shtml

lunedì 9 marzo 2009

Immigrazione clandestina. Ecco perchè non si vuole affrontare seriamente il problema.

Sul giornale E-POLIS edizione MILANO di oggi c'è uno speciale di due pagine (18 e 19) sul lavoro irregolare nei cantieri. E' una realtà che sta sotto gli occhi di (quasi) tutti, basta volerla vedere. Secondo Ferdinando Lioi (Federazione italiana edili e affini della Uil) le imprese, quasi tutte italiane, usano clonare il lavoratore straniero irregolare. Questo cade dal ponteggio e muore ? Non c'è problema, i suoi documenti servono ad altri, basta applicarci sopra la foto. Il caso più eclatante è quello di un operaio che aveva aperti ben 63 rapporti di lavoro contemporaneamente, ma ce ne sono altri con 29, come il sig. Hamdi Basel e il sig. Moahamed Hamdi con 19. Con questo sistema le ditte scalano dalla paga dei clandestini i contributi obbligatori grazie ai crediti IVA derivanti da false fatturazioni e a commercialisti compiacenti. Il buco nel bilancio del Tesoro (cioè noi) è incalcolabile. I clandestini, clonati con documenti falsi, prendono 5 € /ora se va bene (la fame praticamente) mentre un regolare prende, tutto compreso, 18 € / ora.
I numeri sono spaventosi: gli edili sono 130.000 in Milano ed hinterland, oltre la metà sono in nero (dati sindacali). Quindi le ditte (o associazioni a delinquere ?) oltre a risparmiare su paga, contributi, non hanno problemi di controlli: gli ispettori del lavoro sono pochissimi, e il reclutamento degli operai avviene tranquillamente alla luce del sole. Avviene così: ci si trova alle 6.00 del mattino nei soliti posti (piazzale Lotto, Maciachini, Via Padova, metro di Bisceglie, Sesto S. Giovanni, Brianza ecc.) si aspetta la chiamata, si accetta il prezzo (tanto se non accetti c'è un altro al tuo posto) e si va a lavorare. Senza tenere conto dei lauti guadagni che il caporale guadagna con attività "secondarie": affitto di una stanza a 7 lavoratori, cresta sulla paga oraria per poter lavorare. I caporali spesso sono italiani, ma ci sono anche stranieri. Devono essere fidati della ditta appaltatrice.
Queste cose non sono eccezioni, sono la regola. Leggasi in proposito il bel libro di Mauro Berizzi "Morte a 3 euro", sulla (non) vita nei cantieri.
Chiaramente queste persone vengono in Italia sicure di poter lavorare, anche in condizioni da fame. Meglio essere sicuri di mangiare, dormire, avere un'assistenza sanitaria minima qui che morire di fame al proprio paese, senza nessuna prospettiva e senza poter aiutare la propria famiglia (5 euro in Italia sono diverse da 5 euro in Nigeria, Costa d'Avorio, ecc.). Sintetizzo e semplifico: possiamo far tutte le leggi che vogliamo, restrittive, come si vuole, ma se non si interviene sulla piaga (che più che piaga è una ferita, grande e aperta) del lavoro nero nei cantieri, andando a colpire chi su questo ci specula, ci guadagna, ci vive (bene, anzi benissimo) NON risolveremo MAI nulla. Sembra una cosa semplice, ma avete mai sentito una CAMPAGNA DI STAMPA o POLITICA contro queste cose ? Da chi dice che siamo già pieni di immigrati nel nostro paese ? Da chi dice che sono razzisti quelli che vogliono leggi per governare l'immigrazione in Italia ? Come si dice in questi casi, il silenzio è assordante.
Tanto poi i "costi sociali" di tale situazione sono ad appannaggio dei "soliti noti"...

sabato 7 marzo 2009

Anno zero del 5 marzo. Stato zero ?

Giovedì scorso sono riuscito a vedere la puntata del programma di Michele Santoro "Anno zero". Devo dire che il conduttore non attira le mie simpatie, non tanto quelle umane quanto quelle professionali. Lo trovo di parte, a volte fazioso. Ma un programma del genere è assolutamente necessario nella televisione italiana di oggi. E soprattutto, a parte il pubblico saggiamente "pilotato" e "selezionato" per una certa tesi politica (del conduttore) devo anche dire che è uno dei pochi programmi che fa ancora (un poco) di giornalismo di inchiesta. Bello e a suo modo "forte" il reportage di Sandro Ruotolo sulla periferia di Roma per il tema della puntata "Arrivano i mostri" : sicurezza, violenza, ronde ecc.
Mi ha particolarmente colpito, nel servizio di Ruotolo andato in onda, l'intervista prima ad una signora, che nell'androne di una casa popolare pieno di rifiuti, inveiva contro Berlusconi e lo Stato, chiedendosi se, in una simile condizione, lo Stato esistesse davvero. A suo modo simile l'intervista ad un giovane che, parlando degli episodi di violenza compiuti da rumeni diceva chiaramente che "ci vuole la pena di morte", tanto la giustizia bisogna farsela da soli, visto che "in Italia non esiste".
Se provassimo a fare un sondaggio su questi due temi penso che la maggioranza degli italiani la pensi esattamente come i due personaggi citati, lamentando la TOTALE ASSENZA dello Stato e di una delle sue articolazioni più importanti: la Giustizia. A parte il doveroso commento sulla pena di morte (per me inammissibile) mi sono chiesto il perchè, e se questa cosa ha degli aspetti di realtà o meno. Non voglio fare discorsi sui massimi sistemi, ma sicuramente la percezione delle persone è quella di uno stato quantomeno "estraneo" o "nemico"; stato è quello che ti tassa, quello delle code allo sportello, quello che quando chiami non risponde, quello che ti parla ma non si capisce ecc. ecc. Penso che la fortuna elettorale di Berlusconi sia anche questo: aver capito, ormai quindici anni fa, che si vinceva se si puntava ad essere l'Anti-Stato. Un po' come la Lega, ma con una connotazione nazionale.
La giustizia: sappiamo tutti quanto durano i processi, quanto costano (al cittadino coinvolto e non), quali inefficienze, quante carenze (di organico, di mezzi ecc. ecc.) e come questa sia bloccata da burocrazia e leggi che rendono il quadro, per il cittadino, quantomeno "insicuro". Di qui le scarcerazioni facili, gli indulti. Di qui la sfiducia del cittadino nei confronti della Legge, della Giustizia, vista come realtà "estranea", "nemica" (come lo Stato). Di qui le fortune di Berlusconi, che ha puntato sì sui problemi reali della giustizia, ma invece di investire risorse per risolverli NON ha fatto nulla, mandandola a "ramengo".
Come si vede, da due denunce (lo Stato non esiste, la Giustizia non esiste) analisi dei problemi e possibili soluzioni degli stessi.

E l'opposizione cosa dice ?

Nord e centrosinistra...perchè non capirsi?

Come si vede dalla bibliografia qui a fianco è un tema che mi appassiona molto. D'altronde, i risultati elettorali parlano da soli. Qui non si vince da almeno vent'anni.. Mi sono chiesto più volte perchè, perchè l'elettore medio del nord non voti il centrosinistra. Anzitutto penso che per rispondere a questa domanda bisogna procedere in questo modo:


  1. Dove e perchè il centro sinistra sbaglia
  2. Chi è l'elettore/i del nord, quali i suoi interessi, quali i suoi problemi, quali le sue possibili soluzioni
  3. il centro sinistra cosa può offrire a queste persone (la maggioranza)

In questo blog mi piacerebbe, anche con l'aiuto di qualche lettore di buona volontà, rispondere e/o affrontare questi tre punti. Sono convinto di una cosa: il nord ha bisogno eccome di una forza autonomista, riformista, coraggiosa, pragmatica, che sappia "mettere a nudo":

  • il governo di Silvio Berlusconi, che fa i SUOI interessi e NON quelli del nord;
  • il doppiogiochismo della Lega, che sul territorio parla in difesa del nord ma quando è a Roma se ne dimentica (servono esempi ?) ed è fondamentale "stampella" del governo Berlusconi.

Un buon contributo, come sempre, lo fornisce il blog di Gabrio Casati, con qualche interessante provocazione. Per chi è interessato ecco il link:

http://gabriocasati.org/?p=185#more-185