martedì 25 agosto 2009

La Lega è troppo verde e vieta la diga


Questa volta il "non si può fare" lo dice la lega nord. La questione è presto detta: trattasi di una diga, già progettata e finanziata ma non ancora costruita, a duemila metri nel territorio di Livigno. La diga, della lunghezza di 140 metri, permetterebbe di produrre 8,5 miliardi di kilowat l'anno e darebbe un contributo decisivo, del 17 %, al fabbisogno energetico nazionale. A seconda della piovosità l'energia idroelettrica, oggi, copre tra il 12 e il 14 per cento dei consumi italiani.
La Lega quindi dice no. La motivazione: gli amministratori valtellinesi ritengono che in quella zona ci sono già troppi impianti elettrici e quindi non c'è affatto bisogno di costruirne altri.
L'impianto infatti sarebbe ubicato al ridosso del confine con la Svizzera, non visibile da Livigno: in pratica il progetto prevede di raddioppiare un impianto presistente con strutture gemelle, un nuovo serbatoio e un altro lago artificiale. La stazione di pompaggio sarebbe però molto più potente, da 500 megawat, per riportare in quota l'acqua utilizzata.
Il ministro Scajola, alle attività produttive, non ha ancora detto sì ai proponenti (Enel, Edison, l'austriaca Atel, la svizzera Ekw e la lombarda A2A). Costo dell'opera: 1,6 miliardi di euro. Autofinanziati. Tempi previsti: dai 6 agli 8 anni. Sempre che la Lega dica sì.
L'articolo apparso sul giornale Libero del nuovo direttore Maurizio Belpietro non specifica l'impatto ambientale che tale opera comporterebbe.
Riporta le motivazioni delle società preponenti: minore emissione di CO2 di 4,5 miliardi di tonnellate a fronte della stessa produzione di energia con fonti maggiormente inquinanti come il carbone o il gas naturale; incremento delle risorse idriche in quanto il nuovo sistema incanalerebbe le acque verso il bacino dell'Adige con una portata di 50 metri cubi al secondo.

(fonte della notizia: Libero news, venerdì 14 agosto 2009, p. 14)

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