Il reato di clandestinità mette in crisi le fonti per l'intelligence. L'introduzione del reato penale di clandestinità frena comprensibilmente i titolari delle questure per l'ok alla regolarizzazione degli immigrati, anche se utili informatori per le forze di polizia e per l'intelligence. Soprattutto nei casi di terrorismo. La vecchia legge (voluta dall'ex ministro del secondo governo Berlusconi, Beppe Pisanu) prevedeva un permesso di soggiorno di durata annuale e rinnovabile, ai fini investigativi (legge 31 luglio 2005, n. 155). Inoltre, con la nuova legge, la misura di allontanamento per questi collaboratori si traduce in un rimpatrio effettivo, in quanto il clandestino è in contatto con ambienti a rischio terrorismo.
(fonte: IL SOLE 24 ORE, 19 luglio 2009, p. 10 a firma di Marco Ludovico)
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