giovedì 27 agosto 2009
Alitalia, la situazione non migliora
Nonostante il salvataggio a carico del contribuente, la nuova Alitalia continua a non fare bene. L'indice di puntualità per il mese di luglio (voli partiti in orario o con un ritardo di max. 15 minuti) sono stati il 44 % (dati Enac, Ente Nazionale Aviazione Civile). Scadente il servizio bagagli: nei tempi previsti (32 minuti voli nazionali, 42 per quelli internazionali) sono stati consegnati solo il 68 % dei bagagli, contro una media della altre compagnie del 74,5 % (periodo di riferimento luglio 2009). Il tasso di riempimento degli aerei (load factor) è del 60 % nel periodo gennaio-luglio 2009, contro una media delle altre compagnie del 73 %.
Per il problema bagagli Vito Riggio, presidente dell'Enac, ha intimato alla ADR (compagnia convenzionata con Alitalia. Gestisce i nastri trasportatori per i bagagli ed ha una concessione quarantennale, scadente nel 2044) di revocarle la concessione all'istante e metterla a gara europea.
Sarebbe stato importante mettere la licenza Alitalia nelle mani del mercato. Ci aveva provato Prodi ma i sindacati si erano messi di traverso.
Ci saremmo risparmiati i debiti e 15 miliardi di euro di aiuti di stato negli ultimi anni. Per arrivare a questi risultati.
(fonte: Corriere della sera, martedì 11 agosto 2009, p.11)
mercoledì 26 agosto 2009
Si siede sui gradini del monumento, donna marocchina multata
La vicenda: Zahra, 54 anni, sta passeggiando con l'anziana madre (83 anni) nel centro di Brescia. L'anziana madre è stanca. Insieme decidono di sedersi sui gradini di un monumento, denominato Bella Italia. Sono ignare del Regolamento di Sicurezza Urbana del Comune di Brescia che, all'art. 7, vieta di sedersi e bivaccare in prossimità dei monumenti storici. Fin qui niente di che. Solamente che la Polizia Locale fa alzare le due donne e commina una multa da 100 euro, sanzione prevista per quel tipo di infrazione. Zahra, marocchina con regolare permesso di soggiorno come badante, ha deciso che d'ora in poi resterà lontana da Piazza della Loggia. Pagherà la multa.
L'Associazione "Diritti per tutti" ha lanciato l'idea di una colletta per pagare la multa e si scusa a nome dei bresciani.
Fin qui la notizia. Alcune riflessioni: se può avere un senso vietare di sedersi su monumenti e sporcare, bisogna anche offrire un alternativa, ovvero delle panchine. Ma qua arriva il bello: la giunta Paroli (centro-destra) le ha fatte togliere dalla vicina Piazza Rovetta, luogo di ritrovo di immigrati. Così non si può sedere nessuno: immigrati, italiani, anziani, bambini, chi non si sente bene ecc. ecc.
Inoltre sono andato su internet a cercare le foto di questo monumento: pur non discutendone il valore artistico (per il quale non ho sufficiente competenza), sembra non essere nelle migliori condizioni igieniche e di conservazione possibili.
Perchè allora tanto accanimento ?
E' meglio scusarsi.
(fonte: Corriere della Sera, martedì 11 agosto 2009, cronaca Lombardia)
martedì 25 agosto 2009
La Lega è troppo verde e vieta la diga
Questa volta il "non si può fare" lo dice la lega nord. La questione è presto detta: trattasi di una diga, già progettata e finanziata ma non ancora costruita, a duemila metri nel territorio di Livigno. La diga, della lunghezza di 140 metri, permetterebbe di produrre 8,5 miliardi di kilowat l'anno e darebbe un contributo decisivo, del 17 %, al fabbisogno energetico nazionale. A seconda della piovosità l'energia idroelettrica, oggi, copre tra il 12 e il 14 per cento dei consumi italiani.
La Lega quindi dice no. La motivazione: gli amministratori valtellinesi ritengono che in quella zona ci sono già troppi impianti elettrici e quindi non c'è affatto bisogno di costruirne altri.
L'impianto infatti sarebbe ubicato al ridosso del confine con la Svizzera, non visibile da Livigno: in pratica il progetto prevede di raddioppiare un impianto presistente con strutture gemelle, un nuovo serbatoio e un altro lago artificiale. La stazione di pompaggio sarebbe però molto più potente, da 500 megawat, per riportare in quota l'acqua utilizzata.
Il ministro Scajola, alle attività produttive, non ha ancora detto sì ai proponenti (Enel, Edison, l'austriaca Atel, la svizzera Ekw e la lombarda A2A). Costo dell'opera: 1,6 miliardi di euro. Autofinanziati. Tempi previsti: dai 6 agli 8 anni. Sempre che la Lega dica sì.
L'articolo apparso sul giornale Libero del nuovo direttore Maurizio Belpietro non specifica l'impatto ambientale che tale opera comporterebbe.
Riporta le motivazioni delle società preponenti: minore emissione di CO2 di 4,5 miliardi di tonnellate a fronte della stessa produzione di energia con fonti maggiormente inquinanti come il carbone o il gas naturale; incremento delle risorse idriche in quanto il nuovo sistema incanalerebbe le acque verso il bacino dell'Adige con una portata di 50 metri cubi al secondo.
(fonte della notizia: Libero news, venerdì 14 agosto 2009, p. 14)
lunedì 24 agosto 2009
Immigrati, i giudici: "Siamo pochi"
Gli extracomunitari a cui viene contestato il nuovo reato di "ingresso e soggiorno illegale in Italia" non possono essere arrestati "perchè la norma prevede esclusivamente una sanzione pecuniaria da 5 a 10 mila euro", ha precisato il sottosegratario all'Interno, Alfredo Mantovano (P.D.L.).
D'ora in poi il numero dei denunciati è destinato ad aumentare esponenzialmente. E gli uffici dei giudici di pace, l'organo deputato a trattare i casi, sono allarmati per l'incombente numero di pratiche che rischia presto di accumularsi. Il presidente nazionale della loro associazione, Francesco Cersosimo, sottolinea di non aver mai ricevuto nessuna circolare sull'interpretazione e applicazione della legge.
Nel capoluogo lombardo, ad esempio, i giudici di pace incaricati sarebbero solo otto, su un numero di clandestini stimato in circa 40.000 unità, secondo il vicesindaco De Corato. "A Milano siamo senza giudici e senza personale amministrativo - afferma Vito Dattolico, presidente dei Giudici di Pace di Milano. Siamo pronti ad aumentare l'organico a 15, ma saranno sempre pochi".
giovedì 20 agosto 2009
Credieuronord (la banca vicina alla Lega): ultimo atto
Credieuronord (si chiamava così fino alla primavera 2004) era la banca da tutti conosciuta come la banca della Lega di Umberto Bossi. Quando era nata lo stesso Umberto Bossi ci aveva messo la faccia come testimonial per radunare l'azionariato popolare. La frase che campeggiava sul manifesto con il volto sorridernte del senatur diceva così: "Anche io sono socio fondatore della Credi-Nord, e tu ?". Poi succede l'impensabile: la piccola banca di tre sportelli, nel cui consiglio sedevano anche alcuni pezzi da novanta del Carroccio, a causa di alcune operazioni scriteriate aveva accumulato 8 milioni di perdite e 12 milioni di sofferenze su 47 di impieghi. Sull'orlo del crac aveva però trovato un possibile salvatore: Gianpiero Fiorani. Ma l'operazione era contrastata in quanto la Lega non dava tregua ad Antonio Fazio, governatore della Banca d'Italia e sponsor di Fiorani, per gli scandali Cirio e Parmalat. L'accordo fu firmato alla fine dell'estate del 2004. Ma qualcosa andò storto, Fiorani e Fazio furono travolti nello scandalo dei "furbetti del quartierino". I nuovi vertici della Banca Popolare di Lodi decisero di non dar corso più alla fusione. La situazione precipitò, tra proteste della base e cause legali dei 2.850 soci che avevano dato i soldi alla Credieuronord. "I soci non perderanno una lira" disse Bossi a Pontida, mentre Calderoli lanciò l'autotassazione dei responsabili politici del partito. Si arriva alle vicende finali: il presidente del comitato di soccorso Euronord holding, Bruno Caparini (padre del deputato leghista Davide) annunciava per Natale il rimborso dei primi 1.069 soci. Inoltre la ex-banca padana viene acquistata dal nuovo Banco Popolare (che altri non è che la fusione tra Popolare di Novara e Verona e Popolare di Lodi)con una notazione d'obbligo: l'acquirente usufruisce di 1.450.000 euro di Tremonti Bond, i prestiti messi a disposizione dal governo per consentire alla banche di fronteggiare gli effetti della crisi finanziaria. Alla fine l'acquisto della Credieuronord costa 1.600.564 euro. Soldi versati da Alberto Gasparri, alto dirigente del Banco Popolare, al liquidatore della società Euronord holding Marcello Sala.
(fonte della notizia: Corriere della Sera, economia, p. 35 del 05.08.09)
Questa la notizia come apparsa su Repubblica il 25 novembre 2000:
MILANO - La vecchia filiale dismessa della Cariplo di via Galilei, a Milano, sarà la sede di una nuova banca, il CredieuroNord, uguale a tutte le altre, se non per il fatto che l'ha progettata e fermamente voluta la Lega Nord di Umberto Bossi. L'ok della Banca d'Italia è arrivato dopo un anno di attesa, e via fax. Ad annunciarlo è lo stesso Bossi all'assemblea dei soci, riuniti al teatro San Babila di Milano. Un successo, per i militanti, subito accorsi ai banchetti per ritirare e firmare i moduli di sottoscrizione.
"L'autorizzazione del governatore di Bankitalia Antonio Fazio era dovuta - ha detto Bossi - anche se abbiamo faticato un po'. Ci hanno fatto cambiare nome, c'è stata una procedura lenta". C'era infatti un altro istituto di credito in Francia, che aveva lo stesso nome ideato all'inizio dell'avventura leghista. "Pazienza se ci è toccato mettere di mezzo l'euro - ha commentato Bossi davanti ai suoi - l'importante è che sarà una grande banca". Che non avrà vita facile, ha aggiunto il leader della Lega Nord: "La Banca dei soci della Lega raccoglierà molti quattrini che saranno tolti ad altre banche e darà fastidio al sistema bancario tradizionale".
Venti miliardi di lire il capitale sociale, che la Lega conta di far salire in breve tempo a 35. Umberto Bossi conta sui militanti, che presto saranno chiamati a sottoscrivere azioni e obbligazioni dell'istituto di credito la cui missione "sarà quella di sostenere lo sviluppo della Padania, non solo di guadagnare".
Presidente sarà Francesco Arcucci, suo vice Gian Maria Galimberti, che hanno già sottoscritto un accordo con le Poste italiane che offriranno ai soci della banca la possibilità di versare sul conto corrente attraverso gli sportelli postali. Tra le facilitazioni una carta di credito padana e la possibilità di conoscere il saldo sul display del telefonino. Target: artigiani e piccole e medie imprese del Nord.
lunedì 17 agosto 2009
Il Parco di Montevecchia e del Curone è salvo
Come ho scritto in un mio precedente post vi era il rischio che nel bel mezzo dello splendido parco di Montevecchia e del Curone vi fossero impiantate attrezzature per l'estrazione del petrolio.
Occorre riassumere la vicenda: nel luglio 2008 Po Valley Operation, società che fa capo ad una holding australiana, insieme ad Edison aveva ottenuto dal ministero per lo sviluppo economico il permesso di sondare un'area di circa 300 km quadrati alla ricerca di idrocarburi. Il progetto, denominato Ossola, riguardava una zona a cavallo tra le province di Milano, Lecco e Bergamo. Alla fine dello scorso ottobre il ministero invitava a sospendere le attività di ricerca e dava il via libera (aprile 2009) ad un nuovo progetto, denominato Bernaga, individuando un area di 31 km quadrati tutti in provincia di Lecco (buona parte nel parco del Curone). Insorgono le amministrazioni comunali del territorio, nasce il Comitato "NO AL POZZO" che promuove una petizione. Nel giro di poche settimane vengono raccolte 25.000 firme. Alla manifestazione di protesta nel parco aderiscono più di 2.000 persone.
E si arriva fino alla conclusione: la società rinuncia al progetto. Sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico, nella pagina dedicata all'istanza Bernaga-Ossola, è comparsa improvvisamente la nota di rinuncia.
L'unione fa la forza.
Occorre riassumere la vicenda: nel luglio 2008 Po Valley Operation, società che fa capo ad una holding australiana, insieme ad Edison aveva ottenuto dal ministero per lo sviluppo economico il permesso di sondare un'area di circa 300 km quadrati alla ricerca di idrocarburi. Il progetto, denominato Ossola, riguardava una zona a cavallo tra le province di Milano, Lecco e Bergamo. Alla fine dello scorso ottobre il ministero invitava a sospendere le attività di ricerca e dava il via libera (aprile 2009) ad un nuovo progetto, denominato Bernaga, individuando un area di 31 km quadrati tutti in provincia di Lecco (buona parte nel parco del Curone). Insorgono le amministrazioni comunali del territorio, nasce il Comitato "NO AL POZZO" che promuove una petizione. Nel giro di poche settimane vengono raccolte 25.000 firme. Alla manifestazione di protesta nel parco aderiscono più di 2.000 persone.
E si arriva fino alla conclusione: la società rinuncia al progetto. Sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico, nella pagina dedicata all'istanza Bernaga-Ossola, è comparsa improvvisamente la nota di rinuncia.
L'unione fa la forza.
giovedì 6 agosto 2009
Il reato di clandestinità lega le mani agli 007
Il reato di clandestinità mette in crisi le fonti per l'intelligence. L'introduzione del reato penale di clandestinità frena comprensibilmente i titolari delle questure per l'ok alla regolarizzazione degli immigrati, anche se utili informatori per le forze di polizia e per l'intelligence. Soprattutto nei casi di terrorismo. La vecchia legge (voluta dall'ex ministro del secondo governo Berlusconi, Beppe Pisanu) prevedeva un permesso di soggiorno di durata annuale e rinnovabile, ai fini investigativi (legge 31 luglio 2005, n. 155). Inoltre, con la nuova legge, la misura di allontanamento per questi collaboratori si traduce in un rimpatrio effettivo, in quanto il clandestino è in contatto con ambienti a rischio terrorismo.
(fonte: IL SOLE 24 ORE, 19 luglio 2009, p. 10 a firma di Marco Ludovico)
(fonte: IL SOLE 24 ORE, 19 luglio 2009, p. 10 a firma di Marco Ludovico)
mercoledì 5 agosto 2009
Se ami Gerenzano lo straniero tieni lontano
Questa bella rima potrebbe essere ascritta all'assessore alla Sicurezza di Gerenzano (VA), Cristiano Borghi (assolto nel processo contro le "camicie verdi" del 1988). Sul giornalino comunale infatti se la prende con i proprietari di case: "Chi ama Gerenzano non vende e non affitta agli extracomunitari. Altrimenti avremo il paese invaso da stranieri e sempre più paura a uscire di casa." Il paese è governato da un giunta leghista. L'assessore, commerciante di scarpe al mercato di Como, afferma che tanta gente viene in comune lamentandosi degli schiamazzi, degli odori, della spazzatura che lasciano queste persone. Puntualizza però di aver dato solo un consiglio ai suoi concittadini. Consiglio che non piace alle Acli, che denunceranno Borghi all'ufficio contro le discriminazioni razziali del ministro Carfagna.
Prima di non accettare persone che magari lavorano, anche per gli abitanti di Gerenzano, forse è meglio spiegarle le regole. A tutti.
(fonte: Corriere della Sera, 15 luglio 2009, p. 7 Cronaca Lombardia)
martedì 4 agosto 2009
LE SCELTE POLITICHE
Dalla rubrica “L’AMACA” di Michele Serra su La Repubblica di Martedì 14 luglio 2009
LE SCELTE POLITICHE
Autostrada del nord, ieri. Tre enormi gipponi da boscaiolo americano (di quelli con il cassone per caricare legname) sfrecciano in fila indiana. Nuovi fiammanti. A bordo il solo guidatore, che sembra replicato sui tre veicoli: maschio sulla trentina, rapato, occhiali neri a specchio, cellulare incollato all’orecchio. Tutti e tre. Li affianco per qualche chilometro. Medito sui miei pregiudizi: magari sono tre cittadini modello, fanno volontariato e stanno telefonando alla mamma. Al netto dei pregiudizi, restano i fatti: i tre enormi veicoli da lavoro, qui usati come macchine da divertimento, consumano e inquinano ognuno come un pullman. L’uso del cellulare è vietato dalla legge, ed è improbabile che i tre non abbiano venti euro a testa per comprare un auricolare.
Il messaggio implicito espresso da quel trio è: me ne frego delle regole, me ne frego dell’inquinamento, me ne frego di dare un’immagine di aggressività e anzi ne sono fiero. Azzardo una morale: nei paesi ricchi la lotta tra le classi è stata rimpiazzata dalla lotta tra comportamenti sociali configgenti. Avere un gippone di sei metri è una scelta politica. Non avere un gippone di sei metri è una scelta politica.
LE SCELTE POLITICHE
Autostrada del nord, ieri. Tre enormi gipponi da boscaiolo americano (di quelli con il cassone per caricare legname) sfrecciano in fila indiana. Nuovi fiammanti. A bordo il solo guidatore, che sembra replicato sui tre veicoli: maschio sulla trentina, rapato, occhiali neri a specchio, cellulare incollato all’orecchio. Tutti e tre. Li affianco per qualche chilometro. Medito sui miei pregiudizi: magari sono tre cittadini modello, fanno volontariato e stanno telefonando alla mamma. Al netto dei pregiudizi, restano i fatti: i tre enormi veicoli da lavoro, qui usati come macchine da divertimento, consumano e inquinano ognuno come un pullman. L’uso del cellulare è vietato dalla legge, ed è improbabile che i tre non abbiano venti euro a testa per comprare un auricolare.
Il messaggio implicito espresso da quel trio è: me ne frego delle regole, me ne frego dell’inquinamento, me ne frego di dare un’immagine di aggressività e anzi ne sono fiero. Azzardo una morale: nei paesi ricchi la lotta tra le classi è stata rimpiazzata dalla lotta tra comportamenti sociali configgenti. Avere un gippone di sei metri è una scelta politica. Non avere un gippone di sei metri è una scelta politica.
VACANZE
Buona giornata a tutti coloro che hanno la pazienza di leggermi. Dopo tre settimane di vacanza eccomi di nuovo a scrivere sul mio blog.
A chi è , a chi deve andarci e a chi è già andato UN AUGURIO DI UNA SERENA E FELICE VACANZA.
Avverto che dal 7 al 17 agosto il blog non sarà aggiornato.
Grazie.
A chi è , a chi deve andarci e a chi è già andato UN AUGURIO DI UNA SERENA E FELICE VACANZA.
Avverto che dal 7 al 17 agosto il blog non sarà aggiornato.
Grazie.
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