lunedì 26 gennaio 2009

Nel silenzio generale....

Ecco un altro paese che capitola sotto gli "alleati" di AL QUAEDA. Ma siccome petrolio non sembra essercene, e la situazione della Somalia da anni è un inferno, non c'è interesse per questa notizia. Ma è un campanello d'allarme anche per noi. Nella miseria e nella povertà si irrobustiscono questi movimenti estremisti e terroristi.

La notizia riportata da REPUBBLICA.IT:

Anche Baidoa, la capitale del Tng, il Governo nazionale di transizione somalo, è caduta nella mani dei radicali islamici. Con la sua conquista le milizie degli Al Shabaab, formazione islamica legata ad al Qaeda, ottiene forse uno degli obiettivi più ambiti e di grande valenza politica. Sin dai tempi delle Corti islamiche Baidoa è stata la sede del nuovo Parlamento e dei ministeri che tentano da tre anni di costituire una parvenza di istituzioni. Ma con il ritiro delle truppe etiopiche, completato proprio ieri e annunciato ufficialmente da Addis Abeba, l'avanzata degli al Shaabab è stata quasi inarrestabile. Adesso tutto il sud, il centro e gran parte del nord della Somalia risulta nelle mani dei radicali. "La città è completamente sotto nostro controllo", ha dichiarato il portavoce delle milizie, lo sceicco Mukhtar Robow. "Ci sono alcuni miliziani che ci sparano addosso, ma presto li neutralizzeremo". L'Alleanza per la nuova liberazione della Somalia, l'associazione che raggruppa gli islamici moderati disposti a formare un governo con i laici del Tng, ha confermato solo parzialmente la notizia. Riunti a Gibuti dove si tiene l'ennesimo vertice che cerca di dare corpo ad un progetto di governo, gli esponenti dell'Alleanza sostengono che si combatte ancora strada per strada. Ma tutti sono convinti che si tratta solo di "questione di ore". Un residente di Baidoa, Ali Abdullahi Hassan, ha dichiarato di aver visto lo sceicco Robow a bordo di un pick up in città. "C'erano numerosi miliziani armati con lui e trovano solo una debole resistenza".
Due giorni fa, il centro di Mogadiscio era stato investito dallo scoppio di un'autobomba che aveva provocato 13 morti e oltre venti feriti. Ieri le milizie degli al Shabaab si erano accanite sui soldati dell'Amisom, la missione di pace dell'Unione africana. Asserragliati nella loro grande base piazzata dentro l'aeroporto erano stati bersagliati da colpi di mortaio e lanci di razzi. Non c'erano state reazioni. Le prospettive per la Somalia diventano sempre più cupe e incerte. La totale conquista del paese da parte dei radicali è ormai imminente. La candidatura a presidente del capo delle formazioni moderate, Sheick Sharif Ahmed, a questo punto appare più un annuncio rituale piuttosto che una scelta strategica.

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