giovedì 22 gennaio 2009

Il federalismo val bene una messa.

Sono completamente d'accordo con Veltroni. L'iniziativa del parlamento è sicuramente positiva, l'Italia, secondo me, ha bisogno del FEDERALISMO. Un FEDERALISMO fatto per responsabilizzare, per avvicinare i cittadini alle istituzioni, per rendere tutto più controllabile e per tagliare gli SPRECHI. Ma se TREMONTI, per spezzare il filo del dialogo intessuto da Bossi e Calderoli con il P.D., si mette di traverso, e nega I COSTI di tale IMPORTANTE riforma, che fare ? Adesso la palla passa alla LEGA, vedremo se almeno sul FEDERALISMO riusciranno a farsi sentire in questa MAGGIORANZA DI INTERESSI (propri).
Dal sito del CORRIERE.IT:

Umberto Bossi: «Con la sinistra abbiamo fatto un lavoro importante»
Federalismo, il Pd si astiene«Siamo una forza responsabile»
Veltroni: «Sono passate alcune nostre proposte. Ma restano nodi da risolvere»


ROMA - Il disegno di legge sul federalismo fiscale si avvia verso il voto finale al Senato. Dopo l'eventuale approvazione (in aula dovrebbe presentarsi anche il premier, Silvio Berlusconi), il testo passerà alla Camera. Proprio sul ddl si riapre il confronto tra maggioranza e opposizione: il Pd ha infatti annunciato l'astensione durante il voto. La decisione, presa dall'assemblea del gruppo, è stata comunicata dal segretario, Walter Veltroni: «Una decisione giusta di una forza che assume la responsabilità» del dialogo «e che ha cambiato il testo originario facendo passare molte proposte». Al Pd arriva il plauso di Umberto Bossi: «Con la sinistra è stato fatto un lavoro importante» dice il ministro delle Riforme. NODI - Prove di dialogo, dunque. Ma lo stesso Veltroni avverte che l'atteggiamento dei democratici, nel corso dell'iter parlamentare, potrebbe cambiare: «La maggioranza deve sapere che il banco di prova saranno la copertura finanziaria del provvedimento e l'attuazione del pacchetto Violante di riforme istituzionali - spiega Veltroni - in particolare sulla riduzione dei parlamentari e sul Senato federale». La decisione sull'astensione è stata presa, come ha spiegato la capogruppo Anna Finocchiaro, a «larghissima maggioranza». Da quello che si è appreso, alcuni senatori si sono pronunciati per il no, a partire da Marco Follini. BOSSI - Il Pd incassa dunque il plauso di Bossi, che però sottolinea: «Dopo tutte le loro proposte che abbiamo accettato, non potevano proprio votare contro». Il Senatùr rivolge poi una critica a Pier Ferdinando Casini: «Proprio non lo capisco: già è al lumicino, se vuole fare il difensore del Sud, la battaglia antifederalista che è persa in partenza, chissà dove finirà...». Il ministro delle Riforme smentisce poi di aver inviato una lettera al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per sollecitare la presentazione dei costi del federalismo fiscale. Conversando con i giornalisti in Transatlantico, Bossi scherza: «Non ho scritto nessuna lettera a Tremonti, certo se fosse una bella donna...». Insomma, nessuna pressione sul ministro dell’Economia per quanto riguarda i costi del federalismo fiscale: «Con Tremonti ci sentiamo tutti i giorni, ma noi seguiamo con attenzione» i lavori sul federalismo per evitare che «sia smontato da un'altra parte».BONAIUTI - E il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, assicura che non c'è nessun contrasto tra il premier, Silvio Berlusconi, e Bossi. Nel corso di un'intervista a «Italia news», in onda su Rai International, Bonaiuti ha ribadito che il rapporto tra i due «è così eccellente che non occorre commentarlo». «Il federalismo lo abbiamo lasciato come bandiera alla Lega - ha aggiunto - ma è nel nostro programma di governo» e «fa parte integrante di quel contratto che facemmo con gli elettori».

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