Visti i numerosi arresti effettuati in Brianza da parte delle forze dell'ordine sembrerebbe un titolo scontato. Non è così. Il titolo è la dichiarazione del novembre 2008 del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, Mario Venditti. Di due anni fa è anche un incontro sull'Ndrangheta in Brianza fatto in un teatro a Monza e organizzato dal giornale "Il giorno" con Comune e Camera di Commercio di Monza. Presenti le massime autorità. Cosa è cambiato ? Quali sono le radici di questo fenomeno ?
Provo a rispondere così, prendendo uno stralcio dell'articolo di Stefania Totaro sul "Il giorno" di ieri l'altro:
"I militari dell’Arma di Monza stanno sentendo in questi giorni imprenditori, commercianti e cittadini che potrebbero essere caduti nella rete dei prestiti di denaro da parte degli affiliati delle ‘ndrine stanziate in Brianza. Uomini che poi potrebbero essere stati oggetto di intimidazioni e minacce. Secondo indiscrezioni, infatti, sarebbero in molti quelli già sentiti dai carabinieri nel corso della maxinchiesta che per il terrore di ritorsioni della ‘ndrangheta si sono rifiutati di ammettere di essere parti offese oppure hanno rilasciato a verbale dichiarazioni che alla fine non hanno voluto sottoscrivere. Ora che una cinquantina di presunti affiliati alle «locali» sono finiti in carcere, la speranza degli inquirenti è che queste persone trovino finalmente il coraggio di denunciare."
Già, la speranza. Quella speranza che si nutre della fiducia nello Stato (dovremmo essere tutti noi), che costruisce la tua vita non solo sul denaro e soprattutto sul farlo sulla pelle degli altri..
Dobbiamo sperare ?
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