martedì 30 dicembre 2008

La ragione non può giustificare ciò che sta accadendo a Gaza city

Sono rimasto sconvolto da ciò che sta succedendo a Gaza, come penso molti di voi. Spero che l'offensiva israeliana si fermi, davanti ad una popolazione allo stremo....E' vero che, da una parte, Israele ha il diritto a vivere sicuro entro i propri confini, ma la sproporzione della reazione Israeliana di fronte al lancio dei razzi da parte delle milizie palestinesi mi lascia (uso un eufemismo) MOLTO perplesso...
Tenendo conto che il governo di HAMAS, pur estremista che sia, è un governo DEMOCRATICAMENTE eletto, in quanto AL FATAH, il partito di ABU MAZEN, si è dimostrato un partito corrotto (nonostante i cospicui aiuti internazionali) viene da pensare che NON si può ridurre alla fame un intera popolazione, chiusa in una striscia sottile di territorio.
Spero che tutto ciò serva da "propulsore" a nuovi colloqui di pace, per riconoscere il diritto dei palestinesi a vivere nella loro terra ed a eleggere chi vogliono, e a Israele il diritto di vivere sicuro entro i suoi confini.
A tal proposito aggiungo un link dal sito LA STAMPA.IT sulla situazione nella Striscia di Gaza
Per inciso, condivido in pieno il ragionamento del sig. MAHER ABBAS in fondo all'articolo.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200812articoli/39606girata.asp

mercoledì 24 dicembre 2008

Perchè ho aperto un blog

Gentile lettore,

questo blog vuole semplicemente essere un LUOGO di confronto, di riflessione, su molti aspetti della nostra vita quotidiana....sono molto appassionato di politica, e gradisco molto contributi (rispettosi anche se non benevoli) su questo tema...
Comunque è uno SPAZIO IN DIVENIRE, aperto...
Debbo anche confessarti (ebbene, inizio con una confessione..) che sono un simpatizzante del Partito Democratico (anche se MOLTO critico, ma potrebbe essere diversamente ?)..
Voglio iniziare con un documento scritto a caldo, subito dopo le ELEZIONI POLITICHE 2008..Ero molto più ottimista...

"18 aprile 2008


OGGETTO: IL PARTITO DEMOCRATICO C’E’ E REAGISCE.

Gentili amici,

a qualche giorno dai risultati elettorali, si impone una riflessione per il nostro partito. Tra noi c’è stato chi era ottimista, chi era deluso, chi rassegnato.
Certo, il voto preoccupa. Non tanto per il risultato elettorale sostanzialmente stabile per il PARTITO DEMOCRATICO, quanto per l’avanzata del centro-destra di Silvio Berlusconi.
Anzitutto bisogna partire dalle buone notizie:
Il P.D. ha tenuto, nonostante fosse un partito nuovo, con qualche mese di vita, partito che ha dovuto subito affrontare una dura campagna elettorale.
Il P.D. ha semplificato il quadro elettorale, in favore di un netto bipolarismo, nel quale è più semplice governare.
Il P.D. ha affrontato argomenti nuovi per il centro sinistra in Italia, quali le tasse, la sicurezza, ecc. dando prova di aver almeno “centrato” gli argomenti che stavano a cuore agli italiani.
Il P.D. ha un leader forte, in grado di parlare alla gente e di farsi capire. Inoltre ha creato un partito con una grande struttura territoriale in tutta Italia.
Le cattive notizie:
Il P.D. non ha “sfondato”, come ci si aspettava prima delle elezioni, e come davano quasi tutti i sondaggi pre-elettorali. Non ha sfondato al centro (come indicano bene i flussi di voto del prof. Mannheimer sul Corriere della Sera del 16 aprile), anzi ha ceduto al centro il 12 % del totale dei voti dell’ U.D.C. attuali, mentre il P.D. ha preso il suo attuale 13 % dei voti dalla SINISTRA ARCOBALENO. Quindi, l’obiettivo di tutta la campagna elettorale di attirare a se gli elettori moderati è fallito, soppiantato dalla capacità di attrarre voti da parte di Veltroni alla sua sinistra. In questi flussi ha pesato, io penso, l’idea di molti elettori dell’S.A. di dare un voto “utile”, sapendo che l’S.A. sarebbe comunque stata condannata all’opposizione per (almeno) cinque anni.
L’affermazione dirompente della LEGA NORD, secondo successo elettorale, a distanza di 14 anni dal precedente, che ha fatto una campagna elettorale “territoriale”, puntando su tre temi semplici e chiari: la sicurezza, l’immigrazione e il federalismo fiscale. Questo successo ha dato la spinta decisiva alla vittoria elettorale di Silvio Berlusconi, al quale non ha particolarmente “giovato” dell’unione con A.N. nel P.D.L. (al nord ha anche perso parecchi voti). Si potrebbe dire che i molti che ancora in questo paese non si fidano di Berlusconi (e sono ancora il 60 % dell’elettorato) non sono certo venuti nel P.D., ma hanno trovato una sponda più consona nella Lega, più rispondente alle loro richieste e vissuto come partito abbastanza autonomo
L’ottima performance elettorale dell’I.D.V., che ha raddoppiato i suoi consensi rispetto alle politiche precedenti, con una forte caratterizzazione sui temi “etici” quali la legalità, la sicurezza, con tutte le implicazioni concrete conseguenti (conflitto di interessi, giustizia ecc.). Sarebbe una buona notizia, ma l’I.D.V., al contrario di quanto annunciato in campagna elettorale da Veltroni, non si scioglierà nel P.D. ma manterrà un proprio gruppo autonomo in parlamento.
La scomparsa della SINISTRA ARCOBALENO, la quale aveva fatto una campagna elettorale all’insegna dei temi della precarietà e del lavoro, ma i due anni passati al governo vista come “sommessa” o “litigiosa” a seconda di chi la guardava, gli è costata una grossa crisi di identità e la conseguente perdita di 2/3 dei voti precedenti. Inoltre, opinione personale, un linguaggio “arcaico” rivolto a categorie sociali ormai minoritarie nel paese, e molto ideologico, scarsamente pragmatico, è stato pagato duramente.

Bene, dopo questa breve analisi del voto, si pongono degli interrogativi. Il P.D. deve caratterizzarsi in qualche modo, oppure deve diventare un partito capace di rappresentare tutti ?
In queste elezioni, secondo me, siamo stati un partito che si è caratterizzato parlando quasi esclusivamente alle classi sociali “solite”: architetti, intellettuali, professionisti, grandi banchieri, grande industria, pubblico impiego. E si badi che non sono io a dirlo, ma sono le statistiche. Le quali ci dicono che tra il pubblico impiego la percentuale di voto è di 20 punti percentuali del centro sinistra sul centro destra, mentre tra i lavoratori autonomi è 67 a 32 a favore del centro destra (p. 18, Marco Alfieri, “Nord, terra ostile. Perché la sinistra non vince”, Marsilio ed. 2008). E’ necessario quindi ampliare il più possibile il bacino dei nostri potenziali elettori, proprio come fanno sia il P.D.L. e la LEGA, che ricevono voti da quasi tutte le classi sociali. Non sono sufficienti i nomi, che possono rappresentare anche quelle classi, ma occorrono anche idee, confronto, la risposta ai problemi che queste classi pongono. Infatti, nei confronti dei nostri avversari politici, i quali propongono ricette spesso demagogiche o non le propongono affatto, abbiamo la serietà e la competenza per affrontare i problemi nella loro complessità, senza però sfuggirli..."
Ottimista, vero ?