domenica 8 agosto 2010

La politica italiana: nuove prospettive o solita confusione ?

Con la votazione sulla fiducia al governo per la vicenda del sottosegretario Caliendo, si è chiusa una fase politica. Il governo Berlusconi non è più maggioranza certa in parlamento. Infatti, nella votazione, la fiducia al governo ha raggiunto i 299 deputati, ben sotto la maggioranza del 50 + 1 indicata da 316 deputati. Ora si apre una nuova fase politica. I 34 deputati che hanno aderito al gruppo dei "finiani", in appoggio dichiarato al governo, che cosa faranno a settembre ? Berlusconi ha affermato che al primo inciampo si va a votare. Inutile dire che sui "finiani" incombe una incredibile pressione. Da una parte le pressioni dell'esecutivo, degli uomini di Berlusconi, che ribadiscono il fatto che i finiani siano stati eletti per stare nel centro destra. Dall'altra i fatti: si può stare nel governo e difendere un uomo, Caliendo, sospettato ed indagato per aver aderito ad una loggia segreta come la P 3 ? Si può stare in un governo che, tra legittimo impedimento, legge sulle intercettazioni, riforma della giustizia, sembra essersi mosso solo per difendere gli interessi del “capo” e non certo quelli della gente ? E' corretto che nella manovra finanziaria, pur assolutamente necessaria, ci si è mossi solo per tagliare di tre miliardi di euro i trasferimenti agli enti locali, e di un misero 10 % i trasferimenti (leggi: soldi) ai ministeri ?
Ora, Berlusconi ha ripreso in mano l’iniziativa, sottoponendo al gruppo di Fini le priorità del governo a partire da settembre. Quattro punti: giustizia, fisco, federalismo, sud. E’ chiaro che, mentre sul sud (si parla di 80 miliardi di euro) e fisco i finiani ci starebbero, sulla giustizia e sul federalismo le posizioni sono diverse. Fini ha già fatto sapere che vuol vedere i numeri del federalismo, quanto costa, a chi costa e non vuole penalizzare il sud, suo probabile, se si va a votare, bacino di voti. Sulla giustizia Berlusconi ha pronte le leggi sul legittimo impedimento, sulle intercettazioni, sul processo “breve”, sui quali gli uomini di Fini nicchiano. E’ chiaro quanto conti per Berlusconi la sua riforma della giustizia: lo metterebbe al riparo da future inchieste grazie allo scudo per le alte cariche dello stato.
La giustizia, sotto i governi Berlusconi, non ha dato segni di miglioramento. I processi sono sempre lenti, siamo sotto sorveglianza dell’Unione Europea per questo. I comuni cittadini sanno benissimo i costi che devono affrontare, i tempi, per una qualsiasi causa civile.
Il quadro, comunque, appare bloccato (finiani a parte). Il centro destra è compatto con Berlusconi, la Lega ne asseconda qualsiasi progetto pur di portare a casa il federalismo, sua ragione storica di esistenza. Manda giù diversi rospi, tra i quali i possibili soldi a pioggia per il sud.
Dall’altra parte, l’U.D.C. e l’A.P.I. di Rutelli sembra vogliano avere delle “convergenze” molto più strette con i finiani.
Ma il P.D., manco a dirlo, è diviso. Da una parte i centristi (Fioroni ed altri) che vorrebbero confluire in questo cosiddetto terzo polo, i veltroniani che invece, fedeli al bipolarismo, non si straccerebbero le vesti se si andasse ad elezioni, gli uomini di D’Alema e Letta che stringono per un’alleanza al centro, ed infine la sinistra tentata da Nichi Vendola.
Cosa succederà è difficile dirlo. Le ultime novità sembrano indicare uno “sfaldamento” dei finiani tra i duri e quelli che cercano di mediare. Grazie a questi ultimi Berlusconi potrebbe avere ancora i numeri per governare. Potrebbe. Bossi è convinto che a novembre si andrà ad elezioni. Buon per lui. Passerebbe all’incasso, ma il paese (e la governabilità) ne gioverebbe ?